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Brescia, «Da noi nemmeno un euro al finto azionariato popolare»

Creato il 26 dicembre 2014 da Stefano Pagnozzi @StefPag82
Brescia, «Da noi nemmeno un euro al finto azionariato popolare»
«Noi proponiamo da anni un azionariato popolare ma non calato dall'alto e senza Ubi e Corioni»«Non un euro a Luigi Ragazzoni, al Brescia di Ubi Banca e della famiglia Corioni. Non un euro per un finto azionariato popolare calato dall'alto, contrario cioè ai principi fondanti del vero azionariato popolare, quello che noi tifosi abbiamo proposto ormai anni fa». Gli Ultras Brescia 1911 si schierano contro il Brescia Calcio, contro l'amministratore Luigi Ragazzoni e contro la proposta di vendita ai tifosi delle azioni societarie.
«Semplicemente non intendiamo dare soldi a chi ha messo in ginocchio il nostro Brescia - spiega il portavoce del gruppo di tifosi Diego Piccinelli dal bar Vittoria Alata di via Diaz -. Le stesse persone che hanno distrutto la società oggi ci chiedono di salvarla, ma noi non siamo disposti a farlo».
I 1911 criticano l'azionariato popolare di Ragazzoni e propongono un modello alternativo. «È una misura che viene imposta dall'alto per salvare loro stessi - precisa Piccinelli -. Ma l'azionariato popolare è altro. Non dev'essere un rimedio a una situazione disperata ma un modo tramite il quale tutti i tifosi possano controllare le azioni della società».
Gli ultras di gradinata, che continuano a non voler interagire con quelli della curva nemmeno per la questione societaria, dividono di fatto anche il Brescia Calcio in due entità distinte. «C'è il Brescia di Ubi e dei Corioni, che è gestito da Ragazzoni, e c'è il Brescia della gente, dei tifosi, della cittadinanza - dice Piccinelli -. I nostri soldi non saranno indirizzati al primo, ma sempre e solo al secondo». Come? «Il nostro contributo arriverà dalle stesse iniziative che abbiamo messo in campo in questi anni - precisa Piccinelli -. In passato abbiamo destinato fondi per aiutare chi andava in trasferta, ora che non ci andiamo più possiamo mettere le stesse energie in nuovi progetti da condividere».
Quanto all'azionariato, «è dal 2009 che portiamo avanti il concetto - ricorda il portavoce del gruppo -. Non ci sono mai state le condizioni per applicarlo prima d'ora. Oggi purtroppo ci sono. Nel frattempo abbiamo perso tanto tempo, tante energie».A.A.
fonte: bresciaoggi.it

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