


Solo pochi rumori vengono dalle locande con le piccole porte sovrastate da insegne in ferro battuto, dai nomi sempre uguali, la Croce dorata o la Goldener Adler, dal sapore asburgico, che aprono su locali caldi rivestiti del legno dei boschi vicini, odore di carni grigliate e fumo, acidità di crauti, dolce profumo di mela cotta di strűdel. Un senso di serena tranquillità proviciale che ti indulge a fermarti a chiacchierare davanti all'ingresso dell'albergo con Fritz, il portiere di notte, con un passato da università di storia ed arte, che ti racconta con il suo italiano dall'accento inequivocabile, la storia di Brixen, delle lotte tra vescovi, l'altalenare della supremazia con Merano e Innsbruk, la lotta contro gli odiati Bavaresi, i passaggi di potere fino agli anni 60, che sottolinea, sono stati anni di guerra civile. Mentre rotea gli occhi e gesticola animatamente da attore consumato, ma forse questi nordici del sud sono più napoletani di quanto credano, lo ascolti rapito e a noi si unisce un passante, un vecchio alpino che data l'ora e la tradizione, interviene con la bocca impastata a far da controcanto. Il sonno arriva lieve a rimescolare bellezza ed emozioni.
