Bretus – The Shadow Over Innsmouth

Creato il 06 dicembre 2014 da Iyezine @iyezine
Bretus, una delle migliori in Italia e non solo.Alla fine, è successo ciò che era nei nostri migliori incubi, ovvero che il lento e corrosivo suono dei Bretus incontrasse il più grande medium di incubi di tutti i tempi : H.P. Lovecraft. La quinta fatica discografica dei Bretus, dopo l'epico split con i Black Capricorn (difficile immaginare uno split migliore), è incentrata su uno dei racconti del ciclo di Cthulhu. Innsmouth e il suo porto sono una discesa verso gli inferi, anzi chi conosce Lovecraft sa che c'è qualcosa di ben peggiore dell'inferno. I Bretus mettono superbamente in musica tutta l'angoscia dello scrittore ed effettivamente il doom metal è forse la musica più indicata per musicare l'angoscia lovecraftiana: la sua lentezza, la sua profondità, lo scavare incessante ma senza fretta, il lasciare grande spazio all'immaginazione dell'ascoltatore sono tutte caratteristiche che questo genere musicale condivide con l'uomo di Providence. I Bretus portano avanti dal 2000 l'incubo in musica, ispirandosi ad un immaginario ben definito e ben presto si conquistano la loro fama nella scena tanto da essere invitati al Malta Doom Fest e più recentemente al Doom Over Vienna IX. Il festival maltese è uno dei migliori festival doom del globo anche perché a Malta c'è un'ottima scena, forse eredità dei Templari ? Nel 2012 pubblicano “In Onirica” che è appunto un disco maggiormente sognante e con un suono più etereo rispetto a questo; in  The Shadow Over Innsmouth il velo dell'incubo notturno è un dolce ricordo, poiché l'incubo diventa realtà, anche se in Lovecraft c'è sempre il dubbio di cosa sia davvero reale o no, lasciandoci con una domanda : è la nostra vita in fondo ad essere un incubo, o gli incubi sono la vita ? Il suono di questo disco è fangoso e non lascia speranza, accompagnandoci per mano verde e lasciva nell'antico porto di Innsmouth. Forse è l'opera migliore dei Bretus fino a questo momento, anche se essendo una band dalle infinite potenzialità ci aspettiamo sempre qualcosa di grandioso. Recentemente ho letto che alcuni studiosi, cosiddetti eretici, affermano che le opere di Lovecraft non siano affatto di fantasia, ma che descrivano, in maniera romanzata qualcosa che esiste davvero, siano essi annunaki o antichi dei di qualche pianeta lontano. A voi la scelta.Tracklist: 1 Intro 2 The Curse Of Innsmouth 3 Captain Obed Marsh 4 Zadok Allen 5 The Oath Of Dagon 6 Gilman House 7 The Horrible Hunt 8 A Final JourneyLine-up: Ghenes - Chitarra Zagarus - Voce Azog - Basso Striges - BatteriaBRETUS - Facebook " itemprop="reviewbody" />

Recensione

  • Etichetta: BloodRock Records
  • Anno: 2014
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Nuovo disco della band doom catanzarese Bretus, una delle migliori in Italia e non solo.

Alla fine, è successo ciò che era nei nostri migliori incubi, ovvero che il lento e corrosivo suono dei Bretus incontrasse il più grande medium di incubi di tutti i tempi : H.P. Lovecraft.
La quinta fatica discografica dei Bretus, dopo l’epico split con i Black Capricorn (difficile immaginare uno split migliore), è incentrata su uno dei racconti del ciclo di Cthulhu.
Innsmouth e il suo porto sono una discesa verso gli inferi, anzi chi conosce Lovecraft sa che c’è qualcosa di ben peggiore dell’inferno.
I Bretus mettono superbamente in musica tutta l’angoscia dello scrittore ed effettivamente il doom metal è forse la musica più indicata per musicare l’angoscia lovecraftiana: la sua lentezza, la sua profondità, lo scavare incessante ma senza fretta, il lasciare grande spazio all’immaginazione dell’ascoltatore sono tutte caratteristiche che questo genere musicale condivide con l’uomo di Providence.
I Bretus portano avanti dal 2000 l’incubo in musica, ispirandosi ad un immaginario ben definito e ben presto si conquistano la loro fama nella scena tanto da essere invitati al Malta Doom Fest e più recentemente al Doom Over Vienna IX. Il festival maltese è uno dei migliori festival doom del globo anche perché a Malta c’è un’ottima scena, forse eredità dei Templari ?
Nel 2012 pubblicano “In Onirica” che è appunto un disco maggiormente sognante e con un suono più etereo rispetto a questo; in  The Shadow Over Innsmouth il velo dell’incubo notturno è un dolce ricordo, poiché l’incubo diventa realtà, anche se in Lovecraft c’è sempre il dubbio di cosa sia davvero reale o no, lasciandoci con una domanda : è la nostra vita in fondo ad essere un incubo, o gli incubi sono la vita ?
Il suono di questo disco è fangoso e non lascia speranza, accompagnandoci per mano verde e lasciva nell’antico porto di Innsmouth.
Forse è l’opera migliore dei Bretus fino a questo momento, anche se essendo una band dalle infinite potenzialità ci aspettiamo sempre qualcosa di grandioso.
Recentemente ho letto che alcuni studiosi, cosiddetti eretici, affermano che le opere di Lovecraft non siano affatto di fantasia, ma che descrivano, in maniera romanzata qualcosa che esiste davvero, siano essi annunaki o antichi dei di qualche pianeta lontano.
A voi la scelta.

Tracklist:
1 Intro
2 The Curse Of Innsmouth
3 Captain Obed Marsh
4 Zadok Allen
5 The Oath Of Dagon
6 Gilman House
7 The Horrible Hunt
8 A Final Journey

Line-up:
Ghenes – Chitarra
Zagarus – Voce
Azog – Basso
Striges – Batteria

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