Prosegue con la quarta tappa il breve viaggio in Irlanda del Nord di Carlo Colombo, curatore de “Tre mesi in Portogallo nel 1822. Siamo a Belfast, e attraverso i murales che parlano di ideali e libertà, passeggiamo attraverso Shankill Road fino alla Cattedrale di Sant’Anna..
Non illuda troppo la mano tesa all’ingresso del quartiere, dove i cordoli dei marciapiedi sono colorati di rosso bianco e blu, a guisa della bandiera britannica. A Shankill Road non c’è spazio per romantici e trasognati ideali: una testa di cuoio mira sul visitatore, pronta a fare fuoco al primo passo falso.
È un avvertimento. Lo è anche re Guglielmo I, che impenna a cavallo e brandisce la spada in segno di vittoria: fu lui ad assegnare ai coloni scozzesi di fede protestante le terre spossessate degli irlandesi, sui quali gravava il torto di avere sostenuto il rivale al trono.
Identico, nella forma di una scultura, ritroviamo il monarca arrivato dall’Olanda che sormonta la Orange Hall, in Clifton Street. Sotto, una data: 1690. È l’anno che segna l’esito della Gloriosa Rivoluzione. Infausto per la fazione cattolica, i protestanti lo commemorano ogni 7 agosto con le marce orangiste.
È curioso notare che nel 1968, mentre la primavera fece sbocciare un bisogno impellente di libertà negli studenti di Parigi e venne soffocata dai comunisti a Praga, qui, dove il clima deve avere reso il dialogo con Dio più semplice che tra gli uomini, una rivendicazione per i diritti civili riaccese le ceneri di un odio, che affonda al diciassettesimo secolo.
Altrettanto antico è l’orgoglio di appartenere a un regno che ha imperato sui mari, da Gibilterra a Suez fino all’oceano Indiano, ha sconfitto Napoleone, ha resistito all’assedio nazista, ha combattuto i comunisti in Corea e i dittatori argentini per la difesa dei suoi possedimenti.
Basta visitare la cattedrale protestante di Sant’Anna per rendersene conto. Le navate laterali sono un tripudio di bandiere militari: marina, aviazione e compagnia cantando. Gli araldi recano l’arpa celtica, simbolo dell’Irlanda. Un mausoleo commemora i caduti di tutte le guerre.
A Belfast, anche i monumenti da cartolina ricordano che siamo su suolo britannico: l’Albert Memorial Clock, intitolata all’unico grande amore della regina Vittoria, è una riproduzione sbilenca e in scala ridotta del Big Ben, l’orologio del parlamento di Londra. Come per la torre di Pisa, un cedimento del suolo sottostante ha inclinato la torre. Non tanto, ma abbastanza da farsi notare.
Almeno per qualcosa.
Ripercorri le altre tappe del viaggio:
Irlanda del Nord #1 – La spiaggia di Benone
Irlanda del Nord#2 La tenuta di Downhill e il Mussenden Temple
Irlanda del Nord #3: Belfast e i suoi murales
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