Brevemente

La faccio breve, che è agosto per tutti. Silvio Berlusconi si è limitato ieri in Aula a prolungare l’agonia del governo (“Siamo fighissimi, le nostre banche solidissime e i mercati isterici”). Avrà fatto i suoi calcoli e avrà ritenuto più conveniente così. L’uscita di scena con stile, auspicata proprio alla vigilia, è perciò rimandata (sebbene sia un rischio). Qui si pensa che sia stata piuttosto una occasione sprecata, ma a chi importa? C’è stato poi l’esordio interventista di Angelino Alfano in veste di segretario del Pdl. L’ex ministro si è distinto per una edulcorata difesa dell’esecutivo e della maggioranza, ma l’arringa è parsa frivola – diciamo – e priva di contenuti reali. Tant’è che Bersani e Casini, successivamente, hanno giganteggiato al cospetto dei precedenti discorsi. Se non altro, a questi ultimi, va dato il merito di avere proposto cose concrete (Casini, ad esempio, ha immaginato un decreto che anticipi gli esiti più significativi della manovra, prima cioè del 2013-2014 che altrimenti andranno a pesare sui futuri governi). Serve essere pratici, adesso. Il tempo dei salamelecchi è giunto al termine.