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Brevi considerazioni sulle bizzarre dichiarazioni del parroco di San Luca (Quartu) dall’altare: “Sono vergine e lo posso dimostrare”.

Creato il 29 agosto 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Image2di Rina Brundu. Tempi duri per il bravo Papa Francesco, il quale dopo il caso mariano di duemila anni fa si troverebbe costretto a mollare il governo del suo gregge per affrontare la patata bollente di un altro possibile dogma dei tempi moderni: il parroco di San Luca (Quartu) è vergine oppure no? E se non lo fosse, quali conseguenze per la Chiesa di Roma (preciso che stavolta il sindaco Marino non ha colpe)?

La notizia l’ho letta sul bel sito de L’Unione Sarda ma mi ha ricordato la gloriosa rubrica STRANO MA VERO della mia amatissima Settimana Enigmistica. A dire il vero, se la dichiarazione fosse vera non meraviglierebbe tanto la corbelleria in sé della perfetta conservazione dell’imene maschile di questo parroco, neppure lo scaltro tentativo di mettere a tacere le voci paesane di un suo possibile “fidanzamento”, quanto il fatto che don Albino Lilliu coltivi ancora il mito della verginità e si vanti di possederla: perché?

Su piano più serio fa davvero specie che in tempi difficilissimi come gli attuali siano questa tipologia di problemi a “imbarazzare” la Chiesa e non le dichiarazioni dei suoi vescovi e cardinali prone ad alzare paletti contro il diverso. Finanche a riuscire, in uno Stato ancora inginocchiato in Vaticano, a trasformare quei “paletti” in azione politica capace di imbrigliare i nostri più elementari diritti civili (vedi diritti degli omossessuali, coppie di fatto, etc. etc), e credo che con questo si sia detto tutto, fermo restando l’augurio al bravo don Lilliu di “vivere” un poco se può, oggi ci siamo domani non è dato sapere.


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