Si parla tanto oggi, tra i “critici”, di imperialismo, termine troppo spesso usato a sproposito e in maniera impropria. E’ bene allora iniziare a fare un pò di chiarezza. Troppe volte si confonde l’imperialismo con il colonialismo: imperialismo e colonialismo sono due modalità di organizzazione per lo scontro tra gli stati per la supremazia mondiale, ben differenti tra loro e succedutesi in epoche storiche successive. Il colonialismo nasce con la dissoluzione dell’antico ordinamento feudale e con le grandi scoperte geografiche, che permisero di aprire nuove rotte commerciali, determinando quindi la lotta, tra i nuovi stati-nazione, per l’accaparramento di queste rotte e delle relative colonie sulle quali si esercitava un dominio diretto, con un organizzazione di governo coloniale stabile e ben definita. Il possesso delle colonie garantiva il controllo di aree strategiche mondiali al fin di poter meglio lottare per esercitare la supremazia, oltre che materie prime in abbondanza da utilizzare nelle nascenti industrie della madrepatria e manodopera a costo zero. I colonizzatori esportavano anche la lingua e la cultura della madrepatria e con metodi violenti. In alcune colonie poi, soprattutto quelle ispaniche, vigeva un vero e proprio regime di schiavitù ai danni degli indigeni, mentre in altre, successivamente e soprattutto inglesi, si optò per l’abolizione della schiavitù in quanto avere un operaio salariato “libero” era più vantaggioso e consentiva di eliminare diversi inconvenienti, come ben spiegato tra l’altro nel film “Queimada” di Gillo Pontecorvo. Non per questo la dominazione era meno spietata, anzi, il senso di superiorità dei bianchi rispetto agli indigeni era ancora più forte, cambiava solo la forma esteriore di schiavitù. Portogallo, Spagna, Olanda, Inghilterra erano le principali potenze coloniali che in fasi successive riuscirono a dominare sulle altre realizzando un dominio più o meno unipolare. L’ultima in ordine di tempo è stata l’Inghilterra che ha dominato nel periodo compreso tra il Congresso di Vienna e la fine dell’ottocento. La supremazia inglese venne messa in discussione, contrastata, da un pugno di nuove potenze: Germania, Stati Uniti, Giappone principalmente, più qualche altra minore. Questo periodo storico di declino dell’Inghilterra e nascita di nuove potenze è chiamato imperialismo. Esso viene alla luce nell’era capitalisticamente più avanzata, il vecchio colonialismo, infatti, non più adatto ai nuovi tempi e al nuovo contesto, lascia il posto al più dinamico e flessibile imperialismo.
L’imperialismo coincide con un periodo di grandi cambiamenti, e nelle strutture sociali, e nel campo della tecnica e della scienza, è il periodo della seconda rivoluzione industriale. Lenin ha dato questa definizione di imperialismo: ” L’imperialismo è dunque il capitalismo giunto a quella fase di sviluppo in cui si è formato il dominio dei monopoli e del capitale finanziario, l’esportazione di capitale ha acquistato grande importanza, è cominciata la ripartizione del mondo tra i trust internazionali, ed è già compiuta la ripartizione dell’intera superficie terrestre tra i più grandi paesi capitalistici. ” . Sostanzialmente quindi lotta tra potenze per la spartizione del mondo in sfere d’influenza. Un certo numero di paesi più forti assoggetta paesi più deboli non più secondo il vecchio schema coloniale, ma con modalità anche nuove, influenzandone ad esempio pesantemente le politiche interne, internazionali, economiche. Quest’assoggettamento è ovviamente non fine a sè stesso o di tipo meramente sfruttatore, ma strumentale alla lotta appunto per la supremazia mondiale. Il possedimento coloniale non è indispensabile, o comunque non è la caratteristica principale dell’imperialismo, ci possono anche essere colonie sulle quali esercitare una più diretta influenza, mai però identificare imperialismo e colonialismo o confonderli tra di loro. Il possesso di colonie nell’età dell’imperialismo, è un semplice strumento da utilizzare o meno in base alle strategie più adatte per la supremazia. Gli Stati Uniti, ad esempio, non hanno mai avuto delle vere e proprie colonie, anzi in passato hanno addirittura appoggiato la decolonizzazione di determinate aree del mondo al fine di erodere il potere dei vecchi paesi colonialisti. Alla fine sono diventati la potenza incontrastata del campo cosiddetto occidentale. Venuto meno il polo “socialista” per l’implosione dell’Urss, gli Usa si sono trovati ad essere per un decennio circa l’unica potenza mondiale, instaurando quindi un unipolarismo, seppur imperfetto, come l’Inghilterra dell’ottocento, ma con modalità di dominio ben diverse. Non colonie vere e proprie ma pesantissime ingerenze e influenze negli affari interni degli stati, organizzazione e attuazione di colpi di stato, interventi militari giustificati da presunti, pretestuosi e inesistenti “motivi umanitari”, esportazione di “democrazia”, ossia del loro predominio a suon di bombe, embargo, sanzioni economiche, utilizzo capillare dell’intelligence, creazione e utilizzo per i propri scopi di supremazia e assoggettamento, di organizzazioni internazionali(Nato, Onu, Fmi, Banca mondiale ecc … ). Non possiamo tuttavia parlare di imperialismo americano nè di nessun altro tipo (meno che mai di imperialismo europeo! come presunti “critici” decerebrati addirittura sostengono nei loro sproloqui senza senso ) dal secondo dopoguerra in poi, in quanto l’imperialismo si è manifestato nella precedente fase policentrica, di lotta acuta e di scontro tra potenze poste in condizioni più o meno simili di forza, giunte cioè ad un determinato livello di potenza militare, economica ecc … , che consente di ingaggiare ad armi pari uno scontro con le altre potenze. In mancanza di queste condizioni non c’è policentrismo e quindi imperialismo, ma unipolarismo, bipolarismo o multipolarismo, che è la fase attuale che stiamo vivendo e che precede il policentrismo.
Non vorrei si cadesse nell’errore di considerare il mondo dell’età imperialistica come rigidamente suddiviso tra paesi “sfruttatori” e paesi “sfruttati”, esistono infatti comunque sempre delle sfumature, dei livelli intermedi, delle gerarchie che consentono di individuare paesi cosiddetti “dominanti”, “sub-dominanti”, “non dominanti”, “dominati” , semplicemente in una situazione di policentrismo essendo lo squilibrio di forze tra i paesi molto forte, viene maggiormente in luce la contrapposizione e quindi la dicotomia “dominanti” – “dominati”.
La fase policentrica termina prima o poi con il regolamento di conti finale che sancisce la supremazia di un paese ( o anche di più di uno ) su tutti gli altri, e il regolamento di conti è sempre bellico, si attua sempre con la guerra, decisore finale di ultima istanza. La precedente fase policentrica, quella chiamata appunto imperialismo si è conclusa definitivamente con la II guerra mondiale che ha sancito l’uscita di scena dell’Inghilterra, della Germania e del Giappone e la vittoria degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica, ambedue dominanti nei loro rispettivi “poli”. Oggi ci stiamo avviando verso una nuova epoca policentrica e quindi potremmo dire un nuovo imperialismo, termine da usare in mancanza di uno più adeguato, in quanto il prossimo scontro tra potenze avrà come è ovvio che sia caratteristiche sue proprie, tali da impedire di identificare pedissequamente le due epoche. Il periodo attuale è multipolare caratterizzato dal declino degli Usa, e dall’emersione di nuovi paesi che si contenderanno il predominio centrale, ma non ora, in quanto ancora troppo presto, non avendo ancora la forza sufficiente per ingaggiare un vero e proprio scontro aperto. Oltretutto oggi solo la Russia e la Cina sono in grado di rappresentare davvero un’opposizione al predominio americano. La crisi che stiamo vivendo, e non solo economica, ma proprio in senso lato, è da ricondursi all’attuale multipolarismo che ha determinato uno squilibrio, uno scoordinamento per l’emergere appunto di nuovi attori sullo scenario globale. Ricorda molto, come sostiene GLG, la crisi di stagnazione di fine ottocento, anche quella dovuta all’ascesa di nuove potenze che si contesero la supremazia mondiale insieme alla declinante Inghilterra.
Per concludere direi quindi che la lotta per la supremazia si è storicamente manifestata nelle forme del colonialismo prima e dell’imperialismo poi. Nel prossimo policentrismo lo scontro avverrà con modalità e con caratteristiche sue proprie che lo differenzieranno quindi dal precedente policentrismo e che è stato chiamato imperialismo, termine che potremo continuare ad usare, ma non ora, e in mancanza di uno migliore.
TM