Magazine Scienze

Brindisi che va di traverso

Creato il 08 marzo 2012 da Pdigirolamo

Brindisi che va di traversoCi sono voluti undici anni. Poi, finalmente, non se ne è fatto niente. Perdonate l’aforisma paradossale, ma non mi viene in mente nient’altro per introdurre il paradosso del rigassificatore (mancato) di Brindisi, che a mio avviso è un’occasione persa per tutto il Paese.

Perché, come sottolineato esattamente un mese fa, a parere di chi scrive gli investimenti nei rigassificatori sono una delle strade  per risolvere la “fame di gas” in Italia. E non sono il solo a pensarla così, visto che anche il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini si è più volte schierato a favore di questa soluzione.

Oltre agli 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno, l’impianto di Brindisi avrebbe portato un po’ di ossigeno anche all’occupazione, visto che avrebbe comportato la creazione di circa 1.000 posti di lavoro. Il che, di questi tempi, non è poco.

E invece niente. E non possiamo farne una colpa a British Gas, perché anche il più flemmatico e paziente degli inglesi dopo undici di attesa persi tra pastoie burocratiche, permessi che non arrivavano mai e 250 milioni di euro spesi inutilmente è legittimato a mollare tutto.

Soprattutto se fa il confronto con quanto accaduto nello stesso tempo in Galles.

Il rigassificatore gallese di British Gas e quello di Brindisi possono essere definiti come “impianti gemelli”, in quanto entrambe le strutture hanno una capacità annua di 8 miliardi di metri cubi e i serbatoi una capacità pari a 160mila metri cubi. L’iter autorizzativo è scattato, per entrambi i terminal, a inizio anni Duemila. Risultato: in soli cinque anni il progetto gallese è stato validato, l’impianto è stato costruito ed è entrato in funzione.

Insomma, diciamolo francamente, è stato un clamoroso autogol da tutti i punti di vista.

La speranza è che chi di dovere ne tragga le debite conclusioni, evitando che simili episodi possano ripetersi in futuro.

 

[foto da storiesinc.blogspot.com]

 



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :