Brioche in corona.

Da Melagranata

La felicità  profuma di brioche.

Sei stressata e inquieta, vorresti mordere qualcuno, ne hai davvero fin qui,  il sorriso, che ti stampi in volto al risveglio e ti togli di dosso con gli orecchini e la collana prima di dormire, ti va stretto e si è fatto opaco, non reggi più i maleducati ed arroganti del traffico cittadino,  ti pare – e lo è –  che le tue giornate siano tutte di corsa,  la sera conti mentalmente chi ti sei dimenticata di sfamare (cane-gatto-coniglietta- figlia?) o a chi non hai telefonato, ti domandi se l’indomani ti ricorderai le bollette che hai lasciato sul comò per giorni, le scarpe della mamma che devi sempre andare a ritirare, pensi all’amica che da mesi vuoi andare a trovare e a quelle che ti dicono “ma bisogna imparare a ritagliarsi uno spazio per sé”  e hai chiaro in mente cosa ritaglieresti… allora fatti una brioche! No, non c’è bisogno di scomodare Maria Antonietta!
Non c’è niente al mondo che rilassi di più, che ti permetta di sfogare il malumore, che ti consenta di vendicarti, senza finire in tribunale!
Sbatto e sbatto con violenza l’impasto appiccicoso sul piano di lavoro, lo schiaffo brutalmente ancora e ancora e pian piano lo stress scivola giù dalle spalle, si scioglie e sgattaiola via, lasciandomi serena con una pasta liscia, soffice e morbida, meravigliosamente profumata tra le dita. Sorseggio la tisana e affido al fresco della notte il composto gonfio e lucido.
Posso andare a dormire tranquilla.

Ogni volta che una donna della mia famiglia si sposa, riceve dalle altre, mamme nonne sorelle, una copia del Talismano della felicità, quasi un viatico, una piccola quotidiana benedizione.
Questa ricetta viene da lì, un dono profumato delle mie zie, di mia mamma e mia nonna.
Potete aromatizzare la brioche con cardamomo o altre spezie, sostituire l’acqua con qualche goccia di calvados, o liquore a vostro piacere, unire uvetta, gocce di cioccolato, frutta disidratata, ecc..
Io la preparo spesso così, in purezza. Un cucchiaino di marmellata e la bontà è servita!

Brioche in corona. (Ada Boni, Il talismano della felicità)

Farina, g.200
burro, g 120
zucchero, g 16
lievito di birra, g 8
sale, g 2
uova, 3

Prendete la quarta parte della farina, disponetela a fontana sulla tavola e sgretolateci nel mezzo il lievito di birra. Con un dito d’acqua appena tiepida sciogliete prima il lievito e poi sciogliete e impastate lievito e farina. Ne deve risultare una pasta di giusta consistenza che possa raccogliersi in una palla. con un coltello fate sulla palla di pasta due incisioni in croce, avvolgete la pasta in una salvietta e mettete a lievitare in luogo tiepido.
Disponete la rimanente farina a fontana sulla tavola, metteteci in mezzo due uova, il sale e lo zucchero e impastate ogni cosa.
Lavorate energicamente sulla tavola questa pasta sollevandola e sbattendola con forza con la mano, fino a che formerà un tutto omogeneo e si staccherà in un sol pezzo.
Prendete poi la palla di lievito che in una ventina di minuti avrà raddoppiato il suo volume, schiacciatela tra le mani, tiratela allargandola in modo da farne na pizzetta di una decina di centimetri di diametro, che metterete sopra l’impasto di farina.
Pigiando e lavorando con le dita e con la mano, fate che le due paste si mescolino intimamente fino a formare un tutto unico; lavorate ancora un altro poco e aggiungete il burro; fatelo assorbire, sempre sbattendo e lavorando con la mano, fino a che avrete ottenuto un impasto elastico, vellutato, che si staccherà in un sol pezzo sulla tavola. Mettete allora la pasta in una terrina in luogo tiepido.
dopo un’ora e mezzo, quando la pasta avrà cominciato a montare, riabbassatela col palmo della mano, coprite la terrinetta con il coperchio e portatela in luogo fresco o anche direttamente sul ghiaccio [frigorifero!!] , per altre 6 o 7 ore.
Trascorso il tempo stabilito, scoprendo la terrinetta troverete che la pasta è salita notevolmente e si presenta in una massa rigonfia; rovesciatela sulla tavola velata di farina, sgonfiatela con piccoli colpi dati col palmo della mano e ripiegatela più volte su se stessa.
Fatene poi una palla e nel mezzo di questa palla introducete il dito indice della mano destra, bucandola da un capo all’altro e roteando un poco il dito per allargare l’apertura.
Man mano che l’apertura si allarga introducete, uno alla volta, le altre dita , fino ad introdurre tutta la mano, allargandosempre l’apertura della pasta e facendone una corona larga un paio di dita.
Si ottiene ancor meglio questo risultato prendendo e sostenendo la pasta, già un po’ allargata, con le due mani, come una matassa, e girando le mani.
Ottenuta la corona regolare, ponetela sulla placca del forno appena unta [o rivestita di carta forno] e tenetela in luogo tiepido a lievitare fino a ché avrà raddoppiato il suo volume.
Doratela allora leggermente con un pennello intriso d’uovo sbattuto e aspettate che la doratura si asciughi completamente. Prendete un paio di forbici e tracciate sulla corona dei tagli a zig-zag, uno di seguito all’altro e poco profondi. I tagli si eseguono appoggiando sulla pasta le punte della forbice aperte e tenute verticalmente e poi chiudendo la forbice.
Infornate la corona in forno brillante ( 190°)  per circa un quarto d’ora.


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