Ieri grandi sfilate. E curiosi accostamenti. Come questo cappello coloniale, scovato in un vecchio mercatino, che ho deciso di indossare al secondo giorno di MFW. Credo di avere avuto più scatti io della Natascia Stefanenko seduta di fronte a me da Rocco Barocco. Il che mi ha fatto riflettere su due cose: la prima che non è necessario investire grandi cifre e la seconda è che bisogna narrare, in un gioco delle parti un po' pirandelliano. E così è stato.
Un pezzo di storia che ho portato con me, calato sulla testa. Il pillbox cap infatti apparteneva alla Brigata Gurkha, un'unità dell'esercito britannico i cui componenti furono arruolati tra la popolazione nepalese. Dopo l'indipendenza dell'India quattro dei reggimenti Gurkha vennero accorpati all'esercito britannico, costituendo i Royal Gurkha Riflemen.
Dicevamo dunque la sfilata di Rocco Barocco titolata a monte come "Iperfemminilità al maschile". E via alle reminiscenze optical, agli ampi caban, alle fantasie floreali, alle giacche sartoriali dalle spalle ben disegnate, alle gonne svasate in satin e seta, alle cinture Bustier, ai colli di Mongolia e ai colletti bianchi da educanda. Una giornalista vicino a me ha detto "è tutto molto bello ma non so come definirlo, come classificarlo", è vero. L'ho pensato anche io. Ma forse questo era proprio il suo bello, o il suo limite.
Oppure la rappresentazione dell'identità dell'uomo: sfuggente, inafferrabile. Ben rappresentata dalle donne maschietto in principe di Galles, cravatte e bretelle gioiello. E rafforzata dall'esatto opposto: la concretezza statuaria di Ivana Mrazova, direttamente dall'Ariston di Sanremo alla passerella di Rocco Barocco, a dimostrare con abito lungo a fiori stampati che la vera seduzione sta sempre nel cartesiano dualismo.
Che dire...chapeau!
Ed ecco qualche scatto alla sfilata di Rocco Barocco...