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[SE NON AVETE VISTO LA PRIMA STAGIONE, NON PROCEDETE CON LA LETTURA: ALTO RISCHIO SPOILER]
Con la prima stagione di Broadchurch era definitivamente scoccata la scintilla per le serie crime made in Uk.
E anche per David Tennant a dirla tutta.
Merito di un'atmosfera misteriosa, di una realizzazione solida, e di personaggi credibili e veri, a partire da quell'Alec Hardy protagonista, ispettore granitico ma fragile che tra un battibecco e l'altro con la nuova collega Miller era riuscito a risolvere e concludere l'omicidio del piccolo Danny.
Nel modo peggiore possibile, però, scoperchiando una verità amara, scoperchiandone tante altre lungo le indagini, facendo sì che la vita a Broadchurch, tranquillo Paese in riva al mare della provincia inglese, nulla fosse più lo stesso.
Risolto questo caso, era naturale pensare ad una sua archiviazione, con la confermata seconda stagione a fare luce invece su quel caso che ancora tormentava Hardy, quell'omicidio irrisolto che gli era costato la reputazione oltre che un matrimonio.
Ma gli inglesi, si sa, amano sorprendere, e così a quasi due anni di distanza dalla chiusura delle serie, ritroviamo tutti i personaggi conosciuti a 6 mesi dai fatti raccontati, pronti pure loro ad archiviare tutto vedendo l'assassino dichiararsi colpevole, subire una giusta condanna, andare in carcere dove lasciarlo dimenticato e distante in modo da andare avanti.
Così però non va, dichiarandosi non colpevole, Joe costringe il giudice a procedere con un vero e proprio processo, con testimoni a carico della difesa o dell'accusa, con avvocati spietati che vanno a sfidarsi davanti a una giuria chiamata a decidere sul destino non solo di Joe, ma di tutti.
Nel mentre, sì, c'è tutto il tempo per riaprire il caso delle cugine Gillespie, quel caso che ha mandato in frantumi il cuore di Hardy e che ora grazie a una Miller che ha bisogno di pensare ad altro ed è capace di dare uno sguardo nuovo alle indagini, potrebbe essere risolto.
Le due trame procedono a pari passo, assestando colpo su colpo, portando a ragionevoli dubbi e a sospettare chiunque, ma prima di tutto ad essere felici di ritrovare sul nostro cammino questo cast corale che segreto dopo segreto si era imparato a conoscere, a cui si unisce un duo di avvocati caparbi: l'umana Jocelyn Knight e l'odiosa (vi sfido a non volerla prendere a pugni) Sharon Bishop.
A far da banco, è ovviamente il rapporto di complicità e di schiettezza tra i due ispettori, che offre attimi di respiro e di sorrisi, oltre che occhi a cuoricino per il tenebroso Tennant.
Il finale, ovviamente, è fatto di un climax ben assestato, senza troppi clamori, che lascia aperte questioni che almeno siamo sicuri verranno risolte nella già confermata terza stagione.
Non resta che aspettarla.
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