Broken Sword 5: The Serpent’s Curse – Episode Two | Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 06/05/2014

PC TESTATO SU
PC

Genere: Avventura Grafica

Sviluppatore: Revolution Software

Produttore: Revolution Software

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Inglese (sub ITA)

Giocatori: 1

Data di uscita: 04/12/2013

VISITA LA SCHEDA DI Broken Sword 5: The Serpent's Curse

Il ritorno del vero Broken Sword Storia un po' fiacca

Buona difficoltà degli enigmi Giocare le due parti a mesi di distanza rompe troppo l'azione

Ambientazioni magnifiche

Finanziato tramite Kickstarter, Broken Sword è uno dei tanti giochi storicamente importanti che seguendo i canali tradizionali molto probabilmente non avrebbero avuto nessuna possibilità di uscire in questa generazione. Fortunatamente, la saga sviluppata da Revolution Software possiede una fanbase ancora ben radicata e decisamente più affezionata ai primi due capitoli bidimensionali che ai seguiti in 3D; titoli che, sfociando nella terza dimensione, non sono mai riusciti a trovare una loro adeguata realizzazione. L’annuncio di un nuovo capitolo che segnasse un ritorno alle origini non poteva che essere accolto a braccia aperte da tutti i giocatori che negli anni ’90, tra pezzi di carbone e caproni, sono rimasti rapiti dalle avventure di George e Nico.

Giusto un paio di mesi fa ci eravamo gustati la prima parte di Broken Sword 5: The Serpent’s Curse, un episodio divertente ma non privo di difetti. Oggi, finalmente abbiamo portato a termine la seconda metà dell’avventura e, con una visione globale del capitolo, possiamo dirvi se finanziare questo Broken Sword s’è rivelato giusto, o se ci troviamo di fronte ad un fan service di scadente fattura.

TEMPI DIFFICILI

Quando ci eravamo lasciati un paio di mesi fa la situazione per George e Nico non era delle più rosee. Iniziata come un’indagine su un omicidio dedito a truffare l’assicurazione, i nostri due avventurieri si sono trovati invischiati in un complotto ordito da una setta segreta i cui reali scopi erano rimasti oscuri, con continui rimandi ad elementi esoterici e malvagi intenti di dominio del mondo. Intrighi, sette e demoni resuscitati sono quasi il pane quotidiano per la coppia di protagonisti e per i giocatori, che immediatamente hanno avuto la possibilità di vedere nel nuovo capitolo di Broken Sword quell’amico ritrovato da cui per troppo tempo ci si era divisi. Dopo una prima parte che ha funzionato quasi da riscaldamento, questo secondo capitolo parte con l’acceleratore praticamente sotto tutti gli aspetti. Con ambientazioni disegnate a mano veramente magnifiche, regalando dei panorami evocativi che al momento solo il 2D riesce a concretizzare, ma soprattutto alzando sensibilmente la difficoltà degli enigmi.

Raccogliendo il feedback dei giocatori, lamentatisi di una eccessiva linearità di troppi enigmi – non tutti, ma molti avevano una soluzione che effettivamente era quasi scontata – i creatori hanno cercato di battere nuove strade, ed effettivamente più di una volta ci siamo trovati piantati nel cercare di risolvere problemi tutt’altro che ovvi. Arrivati in Spagna, George e Nico fin dai primi minuti dovranno ricorrere a tutta la loro creatività per risolvere le situazioni, con comportamenti decisamente fuori dagli schemi. Se la prima parte ha seguito una impostazione di tipo più investigativa, quella uscita pochi giorni fa si presenta come una avventura grafica più pura e con più puzzle di tipo logico, mentre il pixel hunting, che tanto andava di moda alla fine dello scorso millennio (analizzare ogni pixel alla ricerca di qualche oggetto da cliccare), oggi su uno schermo in HD è sostituito semplicemente da una attenta osservazione, cosa che non implica per forza una maggiore semplicità, ma risulta sempre sorprendente la quantità di oggetti che è possibile nascondere sotto il nostro naso. I numerosi enigmi basati sui dialoghi della prima parte sono stati sostituiti da una maggiore interazione ambientale e una maggiore necessità di esaminare al meglio ogni elemento disponibile per ragionarci su come utilizzarlo. Questo secondo capitolo segna anche un maggior equilibrio tra le parti dei protagonisti, George e Nico si alternano spesso e l’utilizzo di due personaggi va oltre il “tu distrai mentre io agisco”. Quello che invece non abbiamo apprezzato troppo è la decisione di obbligare un giocatore a restare in un’area fino a quando non avrà risolto tutti gli enigmi, capiamo che tale scelta derivi da una precisa impostazione narrativa, i nostri due eroi attraverseranno mezzo continente per poter risolvere ogni enigma della cospirazione, nonostante questo, è innegabile che la linearità forzata e una ridotta possibilità di esplorazione limiti l’avventura e la renda un po’ più semplice visto il numero di opzioni inevitabilmente ridotto.

Complessivamente gli enigmi proposti sono interessanti e di buona qualità, risulta evidente il tentativo di realizzare qualcosa di nuovo in grado di dare grattacapi ai veterani delle avventure grafiche. Alcuni rompicapo presentano picchi di difficoltà elevati ed è proprio in questi casi che il team di sviluppo mostra tutto il suo potenziale proponendoci situazioni folli ma nel contesto plausibili, che ricorderemo a lungo una volta raggiunti i titoli di coda. Vi troverete a fare di tutto, dal decifrare messaggi di un telegrafo a comporre melodie in un intricatissimo enigma musicale. Naturalmente non tutti i puzzle hanno prettamente senso e qualche forzatura è evidente, ma il risultato complessivo è comunque soddisfacente e portare a termine le complicate situazioni regala non poche soddisfazioni.

NICO TU HAI QUALCHE IDEA?

Il plot di questo secondo capitolo chiude il cerchio narrativo completando trame e sottotrame, senza lasciare dubbi al giocatore. Il maggior numero di enigmi lascia meno spazio ai personaggi e ai dialoghi, che saranno presenti in maniera ridotta tra una soluzione e l’altra. Complessivamente la trama è carina e sviluppata con una certa logica, ma manca un po’ di ambizione e non prova a proporre qualcosa di veramente originale. I creatori, per ragioni tutto sommato plausibili, hanno preferito “giocare in casa” usando temi già conosciuti e apprezzati dai giocatori e finanziatori. Altro elemento che ci ha fatto un po’ storcere il naso è la mancanza di una reale motivazione che spinga i due protagonisti a proseguire nell’avventura, passato il flebile pretesto iniziale pare che tutta la storia sia retta più che altro dalla forzata curiosità di George piuttosto che da una ragione coerente. I numerosi dialoghi sono scritti seguendo lo stile leggero e un po’ surreale tipico della saga, più di una volta ci siamo trovati ad affrontare discorsi inutili, ma non si può dire che la scrittura non sia stata curata al meglio per cercare di far sentire il più possibile il giocatore protagonista di una cospirazione. Alcuni dubbi ci sono sorti sul doppiaggio, le voci lente e poco carismatiche tendono ad annoiare velocemente, fortunatamente è possibile velocizzare i discorsi con un semplice colpo di mouse.

Anche in questo capitolo troviamo di nuovo alcune vecchie conoscenze che non potranno non strappare un sorriso ai più appassionati, tali citazioni sono messe come tributo per puro fan service e nell’economia del gioco hanno una influenza minima, tale da non sfociare nel tentativo “nostalgia” che non avremmo apprezzato. Se nella prima parte ci siamo trovati a trattare con personaggi fondamentalmente idioti, in questo secondo episodio la storia si prende un po’ più sul serio proponendo personaggi più coerenti. Nonostante questo, gli antagonisti sono un po’ fiacchi e si sente la mancanza di un vero cattivo carismatico in grado di reggere la scena.

IN CONCLUSIONE
Analizzando i due capitoli assieme ci troviamo di fronte ad una produzione solida che, nonostante alcuni difetti, può vantare una qualità complessiva decisamente superiore alla media. La longevità si assesta su livelli standard, se la prima parte è un pochino più lunga ma più semplice, portando via circa cinque ore, gli enigmi più complessi della seconda parte ruberanno un quantitativo di tempo simile. Con una prima fase più investigativa e una seconda più complicata e ricca di enigmi, Broken Sword 5 si dimostra come un gioco vario, in grado di farsi apprezzare sia dai finanziatori che hanno investito in quello che è il miglior capitolo della saga uscito dal 1997 a oggi, sia dalle nuove leve che a prezzo ridotto possono mettere le mani su un'avventura grafica divertente e in grado di procurare non pochi grattacapi. ZVOTO 8
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