Magazine Cultura
1. 5. Differenziazione sociale
La società argarica mantiene una rigida struttura gerarchica. “La posizione di ogni individuo nella società viene fissato a partire dall’infanzia, e viene espresso ritualmente nel momento che riceverà sepoltura. I meccanismi per la trasmissione ereditaria della proprietà assicuravano, la differenza tra le classi sociali” (Contreras et alii, 1997).
Le élites aristocratiche utilizzavano simboli di potere che ne giustificavano la posizione sociale: elementi in metallo come armi (alabarde e spade) e gioielli (diademi e ornamenti in metalli preziosi); vasi e coppe in ceramica di lusso o decorata; la possessione di capi di bestiame e di servi; ricchi corredi funebri con oggetti di lusso, esotici e ossa di cavallo, (queste ultime assenti nelle altre sepolture prodotti di banchetti o feste legate alle classi dominanti)
Esisteva inoltre una classe media formata da sudditi con pieni diritti sociali all’interno della comunità, che le garantivano una buona condizione di vita. I membri di questo gruppo si occupavano delle attività produttive, e difensive. Le sepolture degli uomini contengono pugnali e asce, quelle delle donne, coltelli e punteruoli, in entrambi possiamo trovare gioielli ma mai in materiale prezioso, e ceramiche di uso quotidiano.
Il gradino più basso nella società argarica era occupato dai servi, individui senza diritti sociali. Le loro sepolture appaiono associate alle case dei padroni; sono solitamente prive di corredo e offerte funebri, e quando si trovano sono molto semplici (Contreras et alii, 1995; Camara et alii, 1996; Contreras, 2001; Contreras, Camara, 2002; .
2. Confronti con la Sardegna
Cronologicamente la cultura argarica nel periodo di massimo splendore coincide, secondo la cronologia proposta da Giovanni Ugas (Ugas, 2005), al periodo compreso tra il Bronzo Antico III e le prime due facies del Bronzo medio sardo.
Scarsi sono gli elementi strutturali o materiali in comune fra le culture sarde e le spagnole durante questo arco temporale.
Possiamo riscontrare una certa similitudine fra i punteruoli a sezione circolare di Sant’Iroxi Decimoputzu e i punteruoli argarici.
Alcuni studiosi hanno sottolineato la analogia tra le forme 5 e forse 8 del Siret con alcuni elementi ceramici riscontrati in Sardegna (Lo Schiavo, 1991).
2.1. Le spade
Tra le spade sarde, possiamo relazionare con elementi della cultura spagnola di El Argar le spade lunghe e medie della tomba di Sant’Iroxi Decimoputzu (Ugas, 1990), e la spada di Maracalagonis (Lo Schiavo 1991).
Forti analogie si riscontrano nelle dimensioni, e nella morfologia di queste armi, con lama priva di nervatura centrale, base semplice, e fori per i chiodini disposti a semicerchio (Lo Schiavo, 1991).
Un’analisi dettagliato delle spade mostra contemporaneamente sostanziali differenze come: il restringimento nel terzio superiore o alla base della lama, la disposizione quasi a ferro di cavallo dei fori con i due elementi laterali più piccoli, il profilo a doppio arco del limite inferiore dell’immanicatura, tutti elementi che compaiono in spade argariche ma che sono assenti nelle spade sarde; o ancora il gradino delimitante il taglio che compare negli esemplari sardi ma no negli iberici, e per concludere il maggiore spessore delle armi spagnole (Lo Schiavo, 1991).
3. Conclusioni
Dopo aver confrontato le armi delle due zone del Mediterraneo, abbiamo analizzato il flusso delle possibili relazioni, tra la Sardegna e il sud – est spagnolo, arrivando ad avvalorare una serie di ipotesi, alcune delle quali già esposte da altri ricercatori: le spade sarde si possono ricondurre a un modello argarico ma sono di fattura locale; importazione delle spade argariche in Sardegna; derivazione delle spade argariche da quelle sarde; evoluzione parallela partendo da premesse comuni, da ricercarsi nell’eredità campaniforme; armi simboliche scambiate fra le élites aristocratiche sarde e spagnole.
Tutte queste ipotesi dimostrano che nel periodo compreso tra il Bronzo Antico e Medio, vi erano contatti e relazioni fra i popoli sardi e i popoli del Sud Est spagnolo.
Bibliografia
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UGAS G.: L’alba dei nuraghi, Fabula, Cagliari 2005
Questa relazione è tratta dal convegno di Barumini "Viaggio nella Storia" del 7.11.2010 e farà parte degli atti dei convegni della rassegna.
La fonte dell'immagine 1 è visibile all'interno della foto.
L'immagine 2 è del museo archeologico di Valencia.
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