Inizia con questo post una panoramica sui bronzetti nuragici esaminati da Lilliu nel 1966 e oggi conservati nei musei sardi.
Per una migliore comprensione si consiglia l’esame del testo “Sculture della Sardegna Nuragica” scritto dal grande archeologo sardo e tuttora fonte primaria di ogni studio che utilizzi basi scientifiche.
Il Capotribù
di Pierluigi Montalbano
Contraddistinta dal n° 4 della classificazione di Lilliu, la statuina sorge tuttora su una base in piombo utilizzata per l’offerta alla divinità. Proviene dal Santuario di Santa Vittoria di Serri, nella torre con feritoie, e misura 30 cm di altezza. Si tratta del capotribù esposto al museo di Cagliari e ad una prima analisi si nota il consueto gesto di saluto con la mano destra alzata e il pollice aperto. Il personaggio impugna un bastone liscio con testa conica che vari studiosi considerano “insegna di comando”. Il copricapo è a calotta con losanga ornamentale nel mezzo. La tunica è doppia e aperta su un fianco, con i lembi chiusi da bottoni. Il mantello è ampio e scende fino alle ginocchia, mentre nella parte alta arriva fino ai gomiti. Le fibre striate che si notano in evidenza suggeriscono un tessuto in lana caprina. Nel petto è ben rappresentato il pugnale ad elsa gammata inserito in un fodero in cuoio. Due corte trecce a corda spuntano sulla nuca e il viso si presenta fiero, con sopracciglia grosse che si innestano sul naso triangolare e lineare e che, insieme, evocano una simbologia ben nota agli studiosi, rappresentata anche in menhir e nelle statue di Monte Prama. L’essenzialità, l’atteggiamento fiero e i tratti distintivi della figura sprigionano energia vitale e, nonostante la statuetta sia immobile, pare che il capotribù sia colto in una posa dinamica, sembra che si appresti a "tranquillizzare" i suoi interlocutori. Il contegno momentaneo dura solo un attimo, rapidamente diverrà movimento, una caratteristica dell'arte dei più grandi scultori della storia, azzarderei quasi…manieristica, quello stile che conosciamo attraverso lo studio dell’arte rinascimentale, giunta in Italia alla fine del XV d.C. e che, iniziando con Andrea Del Verrocchio e Donatello, ci regalò artisti del calibro di Michelangelo, proseguì la corrente dinamica con Benvenuto Cellini, Bandinelli e Giambologna ed espresse i suoi massimi virtuosismi con Gian Lorenzo Bernini.
L'immagine è tratta da Lilliu, 1966, Sculture della Sardegna nuragica