Brooklyn (Irlanda, UK, Canada 2015) Regia: John Crowley Sceneggiatura: Nick Hornby Ispirato al romanzo: Brooklyn di Colm Tóibín Cast: Saoirse Ronan, Emory Cohen, Domhnall Gleeson, Jessica Paré, Jim Broadbent, Eileen O'Higgins, Julie Walters, Emily Bett Rickards Genere: migrante Se ti piace guarda anche: C'era una volta a New York, An Education
Brooklyn è il candidato più sorprendente al titolo di miglior film agli Oscar 2016. Il più sorprendente? Ne siamo sicuri? A prima vista sì. In quanti di voi si aspettavano che sarebbe finito in lizza tra le migliori pellicole, preferito a nomi mediaticamente più forti e dati come più probabili dai bookmakers o da siti prestigiosi come Pensieri Cannibali? Brooklyn ha avuto la meglio su Carol, The Hateful Eight, Inside Out, Star Wars: Il risveglio della Forza, Sicario, Creed - Nato per combattere, Ex Machina, Steve Jobs e The Danish Girl, tanto per dirne alcuni. L'avreste davvero predetto? Non vedo alzarsi tante manine e quelle che si sono alzate appartengono a persone che, mi sa, stanno barando.
Se a ciò aggiungiamo che è una piccola co-produzione di Irlanda, Gran Bretagna e Canada e quindi non una roba made in USA, Brooklyn in nomination come miglior pellicola agli Oscar 2016 è una vera sorpresa. Se però il film lo si guarda, lo shock però presto svanisce. Tra gli 8 titoli in gara, Brooklyn è infatti quello più classicamente da Oscar, e ciò sia inteso sia in senso positivo che negativo, insieme a Il ponte delle spie di Steven Spielberg, che è un film classicamente da Oscar, e in questo caso lo intendo solo in un senso negativo.
Brooklyn è una pellicola molto classica e tradizionale. Racconta una bella storia di immigrazione e integrazione e, in questo periodo storico, risulta più che mai attuale. Per quanto questo film sia ambientato nei primi anni '50 e qui non si parli di potenzialmente minacciosi migranti provenienti dall'Africa o dal Messico, bensì di una bella ragazzina innocente in arrivo dall'Irlanda. Voglio proprio vedere se Matteo Salvini o Donald Trump hanno qualcosa da ridire anche contro questo tipo di immigrazione.
"Mi aspettavo un gommone stile Lampedusa e invece mi hanno fatto salire su questa specie di Titanic.
E sinceramente non so quale dei due sia meno affidabile..."
La vicenda è diretta in maniera diligente, ma senza particolari intuizioni, da John Crowley, già fattosi notare con il British movie Boy A con protagonista Andrew Garfield, ed è narrata in maniera efficace, ma pure in questo caso senza chissà quali colpi di genio, da Nick Hornby. Non aspettatevi qualcosa di vicino ad Alta fedeltà o About a Boy. Qui il buon Nick Hornby in versione sceneggiatore è più quello di An Education con Carey Mulligan. È quest'ultimo il film che Brooklyn mi ha ricordato di più. In entrambi i casi si tratta di due pellicole cariiiine, rette da due protagoniste adorabili che più adorabili non si potrebbe. In entrambi i casi il loro difetto è però quello di essere pure troppo cariiiine e fragili, prive di un enorme spessore che possa farle diventare delle pellicole davvero grandi. O da Oscar.
In Brooklyn non mancano alcuni momenti drammatici, pronti per scatenare l'applauso e la lacrimuccia da parte dei membri dell'Academy, ma per fortuna non risultano troppo forzati o ruffiani. La caratteristica più evidente della pellicola, oltre a un'interpretazione magnifica di una sempre più magnifica Saoirse Ronan, è comunque la sua leggerezza. Brooklyn sembra arrivare dritto da un'altra epoca e, nei suoi momenti migliori, pare una commedia non ambientata negli anni '50, ma proprio realizzata negli anni '50. Allo stesso tempo è tutto troppo patinato, troppo pulitino e il tutto si risolve in una maniera troppo semplice per convincere in pieno, almeno agli occhi del perfido mondo di oggi.
Nelle sue ingenuità e nel suo essere così deliziosamente retrò, non c'è quindi affatto da stupirsi se Brooklyn abbia fatto innamorare quelli dell'Academy. Quasi quasi faceva innamorare pure me. D'altra parte, proprio come il protagonista maschile del film (l'ottimo Emory Cohen già visto in Come un tuono), sono un italiano particolarmente propenso a perdere la testa per le rosse irlandesi, soprattutto se sono come Saoirse Ronan. E infatti di lei mi sono innamorato, di nuovo, senza troppi problemi. Della pellicola nel complesso invece mi sono infatuato qua e là, ma non ce l'ha fatta a perdere la testa fino in fondo. Non quanto quelli che decidono le nomination degli Oscar. Brooklyn è un film nel complesso troppo buono per un insensibile cattivone come me. E adesso scusatemi, che vado a lanciare un tenero orsetto di peluche a Sa❤irse. (voto 7-/10)