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Non si è mai capito come il più grande performer del rock n'roll degli ultimi quaranta anni non abbia mai beneficiato nella discografia ufficiale di un Live che sapesse degnamente catturare l'energia e la bellezza dei suoi show. Colpa sua, del suo management o della casa discografica? Difficile saperlo, per fortuna esistono i pirati che hanno supplito a tale ignobile lacuna e alla faccia di una latitante Sony/Columbia hanno reso possibile la testimonianza di una delle otto meraviglie del secolo appena trascorso ovvero un concerto di Bruce Springsteen con la E-Street Band. Centinaia di bootleg hanno festosamente inondato il mercato per la gioia delle centinaia di migliaia di fans, rendendo giustizia ad un artista che dal vivo è altra cosa rispetto allo studio di registrazione, un animale da palcoscenico generoso, viscerale ed umano, che da solo ha tenuto in piedi il rock n'roll quando questo, negli anni ottanta, sembrava al capolinea.
Tra i tanti bootleg che hanno creato la mitologia di Bruce dal vivo questo è uno dei migliori se non il migliore. Trattasi dello show del 19 settembre del 1978 a Passaic nel New Jersey in quella che fu la tournè americana di presentazione del nuovo disco Darkness On The Edge of Town, una serie di concerti che a parere del sottoscritto costituiscono l'apice insuperabile della storia concertistica del Boss. Concerti lunghi, appassionati, esaltanti, pregni di romanticismo e di rabbia, urgenti e melodrammatici, resi ancor più intensi dalla frustrazione che Springsteen provava dall'essere stato lontano dai palchi per qualche anno, a seguito dei problemi contrattuali con il manager Mike Appel. Il ritorno fu un'esplosione, era dal tour dei Rolling Stones di Exile che il rock n'roll non conosceva una simile deflagrazione di energia ed eccitazione, un uomo prigioniero del rock n'roll salvava tutto quanto c'era stato da Elvis in poi proprio nel momento che un' orda di vandali chiamati punk stava appiccando fuoco al genere e alla sua storia. Lo Springsteen del 1978 è come il Barolo del 1971, del 1982, del 1990, annate eccezionali, irripetibili, eccelse, ci arriverà vicino lo Springsteen del 1981, quello di The River ma quello del '78 rimane un'esperienza trascendentale, una comunicazione col divino, la rappresentazione di cosa sia il rock n'roll in tutti i suoi aspetti, musicali, esistenziali, comunicativi. Che non ci sia stato un documento ufficiale che lo testimoniasse, a parte quell'ampolloso carrozzone di registrazioni intitolato Live 1975-1985, la dice lunga sulla lungimiranza dell'industria discografica. Per fortuna, come dicevo sopra, esistono i pirati che prima fecero uscire un triplo vinile, poi duplicato in un triplo CD con lo stesso titolo, Piece de Resistence. Dopo molteplici ristampe, circola ora una nuova edizione con l'indicazione del luogo e della data del concerto come titolo, un triplo CD inficiato da una lunga intervista di Vin Scelsa, amico di Bruce e allora master dei dj di WNEW, la stazione radiofonica newyorchese per eccellenza nel campo rock di quegli anni, e dalle presentazioni di altri dj. Il concerto fu difatti trasmesso via radio in contemporanea da alcune stazioni della east coast che ebbero un peso fondamentale nell'affermazione del Bruce Springsteen dell'epoca, oltre alla leggendaria WNEW che dal 1975 grazie al disc jockey Dave Herman aveva in scaletta un quotidiano Bruce Juice nel suo show mattutino, furono sintonizzate sui concerti del Capitol Theater settembre 1978 anche due radio di Boston ed una di Baltimora. Il tour di Darkness iniziò a Buffalo il 23 maggio e si concluse nel gennaio del 1979 a Cleveland dopo 118 date. Il tour fu un trionfo, certo non c'era la quantità di pubblico che c'è ora ma la E-Street Band era un vulcano in eruzione e Bruce l'uomo che poteva cambiare la vita a chiunque. Sentito oggi questo Live ha il duplice effetto di spedirvi diretti in paradiso e di farvi buttare dalla finestra le ultime incisioni di Bruce. Qui l'artista è al top della sua forza scenica ed espressiva, ha alle spalle un album epico e romantico come Darkness e la notte di Passaic è una di quelle che incorniciano una carriera nelle meraviglie dell'arte musicale. Dalla lunga resa di Prove It All Night, mai così devastante ad una Racing In The Street da antologia, da una Jungleland che ha il potere di catapultarvi in quella New York che ci fece conoscere Martin Scorsese coi suoi film a ballate che poi si sono raramente sentite, come Point Blank, Independence Day, 4th of July, Not Fade Away. Tutto qui è memorabile, dall'inizio di Badlands a The Promised Land dove c'è un Clarence Clemons al picco della sua forma, fino alla revue finale di R&B con la Detroit Medley e Raise Your Hand, passando per l'intera Bibbia springsteeniana degli anni settanta .
Chi non possedesse questo Live ha in parte vissuto invano la propria esistenza, chi lo possiede nella vecchia edizione della Great Dane si tenga quella perché la pulizia effettuata non migliora il prodotto in modo stravolgente e l'originale regge benissimo, in più la lunga intervista allenta la tensione dell'ascolto, quindi grande, grandissima performance ma ristampa che non dice niente di nuovo se non ribadire che Piece de Resistence è uno di quei dischi imprescindibili per capire lo spirito del rock n'roll.
MAURO ZAMBELLINI SETTEMBRE 2014
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