"Oh andiamo, Cannibal. Va bene che ti piacciono i coniglioni, ma che foto sei andato a ripescare?"
Il 19 marzo non è solo la Festa del Papà. Non è solo San Giuseppe. È anche il Bruce Willis Day. Dopo aver celebrato Nicolas Cage e John Travolta, l’associazione di blogger cinematografici promossa da L. Ron Frank Manila, e costituita da alcuni adepti tra cui il sottoscritto, ha scelto di celebrare il Bruce, che proprio oggi compie 58 anni. Ogni blogger che ha aderito a questa simpaticissima iniziativa s’è presa una delle sue pellicole da recensire. Prima di affrontare la mia prescelta, Trappola di cristallo, ecco la top 10 dei suoi lavori che amo di più.
Bruce Willis Top 10 10. Il quinto elemento 9. L’ultimo boyscout - Missione sopravvivere 8. Sin City 7. Planet Terror 6. La morte ti fa bella 5. Moonrise Kingdom 4. Il sesto senso 3. Unbreakable 2. L’esercito delle 12 scimmie 1. Pulp Fiction
Trappola di cristallo (USA 1988) Titolo originale: Die Hard Regia: John McTiernan Sceneggiatura: Jeb Stuart, Steven E. De Souza Tratto dal romanzo: Nothing Lasts Forever di Roderick Thorp Cast: Bruce Willis, Bonnie Bedelia, Alan Rickman, Reginald VelJohnson, Hart Bochner, Alexander Godunov, Jason Shigeta, Paul Gleason, William Atherton, De’voureaux White Genere: action Se ti piace guarda anche: tutti gli altri Die Hard
Il tempo è stato clemente con Bruce Willis, invecchiato splendidamente, anzi diventato sempre più fico. Meno clemente invece è stato con Die Hard. Certi film dovrebbero rimanere tra i ricordi d’infanzia. Non andrebbero più rispolverati. Rischiano solo di perdere una parte dell’aura e della magia che li circondavano. Di solito è lì, tra le memorie personali, che li tengo. In occasione di questo Bruce Willis Day ho però voluto tirare fuori dalla soffitta una pellicola che non guardavo da una vita. Quanto mi fa sentire vecchio, usare l’espressione “da una vita”. Trappola di cristallo è uno dei pochi action che mi sono piaciuti fin da bambino, e io non sono mai stato un patito del genere. È quindi grazie al ruolo di John McClane che Bruce Willis è diventato il mio solo e unico grande eroe action. Per questo ruolo e per la mancanza di concorrenza, visto che i vari Sly, Schwarzy, JCVD, Steven mezza Segal e compagnia brutta non li ho mai retti. A contribuire a rendere Bruce Willis uno dei miei idoli cinematografici personali ci hanno però pensato soprattutto pellicole più d’autore e lontane dall’action, come la doppietta con M. Night Shyamalan siglata da Il sesto senso e Unbreakable, o quel geniale capolavoro de L’esercito delle 12 scimmie. Senza dimenticare Pulp Fiction, in cui è riuscito a coniugare alla grande spirito action e cinema d’autore. La carriera del Bruce è sempre stata divisa soprattutto tra queste due tendenze. Da una parte le pellicole d’azione che gli hanno regalato enormi soddisfazioni a livello commerciale e l’hanno reso un’icona cinematografica assoluta. Allo stesso tempo, l’hanno un po’ cristallizzato in una parte che negli ultimi tempi si sta rivelando ripetitiva e che l’hanno portato a girare vari filmetti come FBI: Protezione testimoni, Poliziotti fuori, Red o il recente inguardabile La fredda luce del giorno. Dall’altra parte Bruce Willis si è segnalato invece come attore amato da grandi registi come Tarantino, Gilliam, Shyamalan, Rodriguez, Besson, Wes Anderson… Un mix non da poco che agli altri suoi colleghi action anni Ottanta non è mica riuscito. Personalmente preferisco il Bruce d’Autore, quello che negli ultimi tempi come unica soddisfazione ci ha regalato la sua particina in Moonrise Kingdom, ma certo è che il Bruce versione action pure sa (sapeva?) spaccare i culi come pochi altri.
"Te gusta il mio petto villoso, motherfucker?"
Trappola di cristallo ne è la prima e più lampante dimostrazione, seguita da due sequel di buon livello, da un quarto piuttosto trascurabile e da un quinto uscito da poco che non ho ancora visto ma di cui non si dice un gran bene. Trappola di cristallo, o meglio Die Hard nel suo più efficace titolo originale, è un bignamino del perfetto film action anni ’80, molto anni ‘80. Un modello efficace per una serata disimpegnata che però adesso risulta parecchio superato. I terroristi cattivoni che agiscono per soldi ad esempio oggi non appaiono come dei personaggi intriganti, bensì risultano parecchio monodimensionali e stereotipati. L'11 settembre d'altra parte ha cambiato radicalmente non solo i controlli aeroportuali, ma anche il modo di rappresentare i terroristi su grande schermo. Le scene d’azione sono poi girate con professionalità dal mestierante John McTiernan eppure non fanno certo gridare al miracolo come un tempo, così come la situazione degli ostaggi negli ultimi 25 anni è stata talmente usata e abusata che la visione di Die Hard per forza di cosa con il passare del tempo ha perduto una buona fetta del suo fascino rude."Sorry Bruce, preferisco quello perfettamente depilato di Taylor Lautner."
A essere rimasto intatto per fortuna è il fascino del protagonista, il grande John McClane interpretato dall’eroe di giornata Bruce Willis. Lui, la sua strafottenza e le sue battute restano mitiche. Il personaggio non è monolitico come altri action heroes 80s e non solo 80s, bensì dimostra più sfaccettature, grazie al rapporto travagliato con la moglie e ai momenti più emotivi della pellicola, quelli in cui parla con il poliziotto di colore. Poliziotto di colore che tra l’altro è Reginald VelJohnson, il capo famiglia della sitcom 8 sotto un tetto, altro super cult della mia infanzia/prima adolescenza. Una vita fa. Quanto mi suona da vecchio pure questa espressione: “Una vita fa”. La pellicola gioca con tutte le armi a disposizione del perfetto action movie, ma il suo punto di forza principale è appunto John McClane. Non credo di aver scoperto l’acqua calda dicendolo e allora, tanto per rendere questo post un post più utile, ecco una curiosità che non tutti sanno. Vabbè, i fan sfegatati di questa saga cinematografica probabilmente sì, gli altri forse no. Da dove deriva l’espressione “Yippie ki-yay, figlio di puttana”, una delle battute più celebri nella storia dell’action e forse del cinema tutto? Mentre parla con il capo dei terroristi, John McClane svela chi è il suo modello di ispirazione. Non John Wayne, Rambo o Marshall Dillon come suggerito dal terrorista, ma Roy Rogers. Chi è Roy Rogers? Roy Rogers è stato un attore simbolo del cinema western di una volta ed è anche stato un cantante country. Yippie ki-yay è un’espressione di giubilo e di felicità ed è il ritornello di un brano della tradizione folk americana, “Chisholm Trail”, interpretato tra gli altri proprio da Roy Rogers. Bruce Willis ha preso questa espressione, l'ha imbastardita e l'ha trasformata nel suo tormentone personale. E poi non dite che con Pensieri Cannibali non si impara niente, motherfuckers! (voto 7-/10)Ecco tutti gli altri blogger che hanno partecipato al Bruce Willis Day
Affari Nostri Aloha Los Pescadores Cipolla Pensierosa Combinazione Casuale Ho Voglia di Cinema Il Bollalmanacco del Cinema Il Cinema Spiccio In Central Perk La Fabbrica dei Sogni Le Maratone di un Bradipo Cinefilo Life Functions Terminated Midian Movies Maniac TriccoTraccoFobia Viaggiando (meno)