Vi siete mai chiesti il perché gli ultraliberisti dell'Istituto Bruno Leoni vogliono smatellare lo stato italiano e privatizzare la scuola pubblica? Dal sito ultraliberista del nostro think tank italiano leggiamo un articolo dal titolo A scuola di Imu, di Carlo Lottieri, che afferma: "Uno dei maggiori economisti del secolo scorso, Milton Friedman, suggerì l'introduzione di "voucher" che garantissero a tutti la libertà di scegliere una scuola, pubblica o privata, proprio a partire dall'idea che la competizione induce a porsi al servizio dei clienti: in questo caso, degli studenti e delle famiglie. La libertà, insomma, va apprezzata in sé e produce pure buoni frutti. In tal senso va aggiunto che la chiesa per secoli ha saputo trarre beneficio da un ordine sociale che le garantiva ampia facoltà d'azione, lasciandola agire quale luogo di educazione delle giovani generazioni: basti pensare aigesuiti e a molti altri ordini religiosi. In seguito, con il pieno trionfo dello stato moderno, lo spazio di un'istruzione indipendente si è ridotto sempre di più, poiché i poteri sovrani hanno avuto bisogno di dotarsi di formidabili strumenti di costruzione del consenso. Dopo l'unificazione di metà Ottocento, in particolare, da noi si è proceduto con determinazione a una progressiva statizzazione del sistema di insegnamento non tanto al fine di estendere e universalizzare la conoscenza (come talvolta si legge ancora), ma perché nella classe dirigente risorgimentale era forte la consapevolezza che, se si doveva "fare gli italiani", era cruciale controllare le agenzie incaricate di formare le coscienze delle nuove generazioni. La scuola pubblica sorge al fine di operare una sostituzione: bisogna che i valori della società cattolica lascino il posto ai nuovi principi della Patria e della comunità nazionale. E' stata proprio l'esigenza di marginalizzare la fede cristiana a soffocare ogni possibilità di un mercato educativo nella Penisola.Per questo la difesa del diritto a esistere delle scuole confessionali coincide con la difesa della libertà di tutti ed è anche necessario rilevare come gli istituti a ispirazione religiosa e la stessa funzione educativa della chiesa abbiano potuto esprimersi al meglio entro un quadro che lasciava spazio alla voglia di fare e al desiderio di mettersi al servizio degli altri." Della radice cattolica dell'ultraliberismo del Bruno Leoni avevamo già parlato qui: “Uno dei principali contributi del Professor Murray N. Rothbard è stato quello di mostrare che la preistoria della Scuola Austriaca di Economia doveva essere ricercata nel lavoro degli scolastici spagnoli di quello che è noto come il “Siglo de Oro Español” (Il Secolo d'Oro Spagnolo), che ebbe inizio dalla metà del 16° secolo e continuò nel 17°. Rothbard prima sviluppò questa tesi nel 1973 e, più recentemente, nel Capitolo 4 della sua monumentale History of Economic Thought from the Austrian Perspective, intitolato “The Late Spanish Scholastics”. Comunque, Rothbard non fu il solo importante economista austriaco a mostrare le origini spagnole della Scuola Austriaca di Economia. Anche lo stesso Friedrich Hayek aveva lo stesso punto di vista, specialmente dopo l'incontro con Bruno Leoni, il grande accademico italiano, autore del libro Freedom and the Law. Leoni incontrò Hayek negli anni cinquanta e fu capace di convincerlo che le radici intellettuali del liberalismo economico classico avevano origini cattoliche e continentali e avrebbero dovuto essere ricercate nell'Europa Mediterranea, non in Scozia.” E' chiaro cosa significa liberismo per costoro? E' chiaro perché costoro odiano lo stato laico? E' chiaro qual'è il fine ultimo delle loro politiche di privatizzazione? Significa il ritorno alle buone e vecchie tradizioni catto-fasciste precostituzionali. Significa lo smantellamento della scuola pubblica in nome del monopolio privato della scuola cattolica “liberamente scelta”, come nei secoli dei secoli oscuri di questo nostro paese soggiogato prima di tutto culturalmente dal potere Vaticano. Ecco qual'è il loro maggior timore riguardo alla scuola pubblica: “La scuola pubblica sorge al fine di operare una sostituzione: bisogna che i valori della società cattolica lascino il posto ai nuovi principi della Patria e della comunità nazionale.” Gli italiani sono sempre stati un popolo di servi mantenuti nell'ignoranza e nelle superstizioni (non per loro colpa) e di padroni cattolici che hanno usato la violenza e la superstizione per conservare ed estendere il loro potere.
L’Italia è un paese nel quale per lunghi secoli la legalità e la giustizia non hanno goduto di considerazione nelle masse popolari. Questo avveniva proprio perché non esistevano le condizioni sociali e politiche per generare giustizia. Il paese giunge alle soglie del XX sec. in conizioni di tardo feudalesimo, come una società costruita da poche isole felici, sulla pietra angolare del rapporto servo-padrone.
Il 10% della popolazione concentrava nelle proprie mani il 90% della ricchezza nazionale, non esisteva quasi il ceto medio. La percentuale degli analfabeti era intorno all’80%. Una società di servi, di padrini, di padroni, con piccole borghesie e corporazioni artigiane al loro servizio. La disuguaglianza economica dava vita ad uno stato classista, dove le caste dominanti imponevano le prorpie regole. Per questo motivo la legge e la giustizia non godevano di considerazione popolare."
"Per un popolo siffatto costituito in massima misura da contadini, condannati all’ignoranza e alla superstizione (la percentuale di analfabeti nell’Italia del 1860 si attestava intorno al 78 per cento raggiungendo nelle isole il 90 per cento), l’unica alternativa possibile appariva quella tra il padrone cattivo e quello buono, immaginato di volta in volta nelle vesti ora del principe illuminato, ora del papa re, ora dell’uomo della provvidenza, ora del duce.
Lo Stato liberale postunitario, primo incipit di Stato moderno in Italia e fragile creatura artificiale di ristrette élite prive, per un verso, di radicamento culturale popolare e, per altro verso, costrette a misurarsi con le soverchiane forze reazionarie interne alla stessa classe dirigente, si rivela solo una breve parentesi temporale, durata meno di un sessantennio, destinata a chiudersi quando il fascismo ripristina quella che da diversi secoli in Europa viene definita «la mostruosa normalità italiana».
Il fascismo
Il fascismo, sostenuto e mantenuto al potere da tutte le principali componenti maggioritarie della classe dirigente nazionale (la monarchia, il Vaticano, gli agrari del Nord, i latifondisti del Sud, la grande industria, l’Accademia culturale), declina sulla scena della modernità del Novecento l’identità culturale ancora tardo-feudale di un ceto padronale che nella sua maggioranza non era riuscito a evolversi da classe dominante in classe dirigente, e che continuava a praticare lo stesso codice della violenza e della sopraffazione da sempre esercitato nei secoli precedenti da intere generazioni di piccoli e grandi Borgia e don Rodrigo: veri prototipi di una significativa componente della classe dominante il cui rapporto irrisolto con la violenza, costantemente utilizzata come strumento di condizionamento della contesa politica, continuerà a segnare ininterrottamente la storia nazionale sino a epoca recente, se è vero, come è vero, che nessuna storia nazionale è segnata, come quella italiana, dalla serie impressionante di stragi e di omicidi politici che dal secondo dopoguerra giunge ininterrottamente sino alle stragi politico-mafiose del 1992 e del 1993."
Roberto Scarpinato“Basti pensare ai gesuiti” che adesso hanno allevato distruttori dello stato italiano del calibro di Monti,Draghi eCiampi! Evviva il patriottismo cattolico al governo!!!La Costituzione democratica del dopoguerra, con il conseguente sviluppo industriale dovuto all'intervento keynesiano dello Stato, ci aveva illuso tutti di essere diventati parte di un paese avanzato e laico, cioè non più soggiogato dalla superstizione cattolica e dal potere politico ed economico del Vaticano. Ma ciò era un'illusione. Sia dall'internoche dall'esterno (Usa e Unione Europea, anche via GerMagna "protestante" bruttaecattiva), il Vaticano continuava a lavorare per riportare la nostra società alla gesuitica decrescita “felice” del feudalesimo medioevale. E se il progetto europeo dovesse fallire, hanno già pronte le orde di riserva nazionaliste cattoliche, che, con il loro miscuglio di patriottismo, razzismo e superstizione, ci traghetteranno verso il “nuovo” stato governato dal Papa Re, come ai bei tempi andati.E, con le chiese affollate per lo scioglimento del sangue di San Gennaro, siamo proprio sulla buona strada:
p.s.
Vi segnaliamo volentieri un interessante articolo tratto dal blog http://sixyearsavlesbeluskes.blogspot.it, scritto dall'amico Edoardo Roncelli in riferimento al nostro articolo sopra pubblicato, condividendo in pieno il punto di vista che il cattolicesimo pagano (la religione del potere e della superstizione) e il vero cristianesimo siano agli antipodi tra di loro