Considerato il fondatore della repubblica romana, Lucio Giunio, più noto come Bruto, visse durante il VI secolo a.C..
Nipote del re Tarquinio il Superbo, egli - al contrario di molti nobili rimasti uccisi - riuscì a salvarsi dal regime di terrore adottato dal sovrano perché si finse stupido (questo il significato del nome "Bruto" che, a partire da quel momento gli venne affibbiato). A seguito della sua interdizione, dunque, Bruto rimase relegato nel regno dello zio e a corte ebbe modo di frequentare i figli del re.
Un giorno, si narra, egli accompagnò i ragazzi a Delfi perché essi potessero interrogare l'oracolo e scoprire quale dei due era destinato a diventare il successore di Tarquinio il Superbo.
L'oracolo rispose loro che il primo che fosse riuscito a baciare la madre avrebbe avuto questo onore e mentre essi cercavano una soluzione pacifica e giusta per guadagnare tale onore, Bruto finse di cadere e le sue labbra toccarono la terra, per eccellenza madre di tutti gli esseri viventi.
Ma in seguito accadde un fatto talmente grave da far rigettare a Bruto l'idea di perseverare con i regimi monarchici. Uno dei figli di Tarquinio il Superbo, infatti, si rese protagonista di un atto indegno in quanto violentò Lucrezia, moglie di Tarquinio Collatino. La donna, non potendo sopportare la terribile onta si era tolta la vita e Bruto, profondamente colpito dall'accaduto, cacciò i Tarquini dal regno, costringendo il popolo al ripudio della monarchia e proclamando la repubblica.
Ma la appena nata repubblica non si era ancora liberata definitivamente dei Tarquini e Bruto, divenuto console, ebbe un bel daffare nel cercare di difenderla.
Durante uno degli assalti dei nemici, il neoconsole ad esempio non esitò a giustiziare tutti gli avversari che si erano spinti fin alle porte di Roma, compresi i suoi figli.
L'ultimo atto della sua avventura per salvaguardare la costituzione della giovane repubblica però gli costò la vita. Bruto dovette infatti affrontarsi contro Arrunte, il comandante dei Tarquini. Essi usando il giavellotto si trafissero a vicenda rimanendo entrambi uccisi.
A Bruto Giunio dunque si deve la caduta della monarchia e la nascita della repubblica romana leggenda raccontata in tutti i dettagli dallo scrittore Livio.
Magazine Cultura
Considerato il fondatore della repubblica romana, Lucio Giunio, più noto come Bruto, visse durante il VI secolo a.C..
Nipote del re Tarquinio il Superbo, egli - al contrario di molti nobili rimasti uccisi - riuscì a salvarsi dal regime di terrore adottato dal sovrano perché si finse stupido (questo il significato del nome "Bruto" che, a partire da quel momento gli venne affibbiato). A seguito della sua interdizione, dunque, Bruto rimase relegato nel regno dello zio e a corte ebbe modo di frequentare i figli del re.
Un giorno, si narra, egli accompagnò i ragazzi a Delfi perché essi potessero interrogare l'oracolo e scoprire quale dei due era destinato a diventare il successore di Tarquinio il Superbo.
L'oracolo rispose loro che il primo che fosse riuscito a baciare la madre avrebbe avuto questo onore e mentre essi cercavano una soluzione pacifica e giusta per guadagnare tale onore, Bruto finse di cadere e le sue labbra toccarono la terra, per eccellenza madre di tutti gli esseri viventi.
Ma in seguito accadde un fatto talmente grave da far rigettare a Bruto l'idea di perseverare con i regimi monarchici. Uno dei figli di Tarquinio il Superbo, infatti, si rese protagonista di un atto indegno in quanto violentò Lucrezia, moglie di Tarquinio Collatino. La donna, non potendo sopportare la terribile onta si era tolta la vita e Bruto, profondamente colpito dall'accaduto, cacciò i Tarquini dal regno, costringendo il popolo al ripudio della monarchia e proclamando la repubblica.
Ma la appena nata repubblica non si era ancora liberata definitivamente dei Tarquini e Bruto, divenuto console, ebbe un bel daffare nel cercare di difenderla.
Durante uno degli assalti dei nemici, il neoconsole ad esempio non esitò a giustiziare tutti gli avversari che si erano spinti fin alle porte di Roma, compresi i suoi figli.
L'ultimo atto della sua avventura per salvaguardare la costituzione della giovane repubblica però gli costò la vita. Bruto dovette infatti affrontarsi contro Arrunte, il comandante dei Tarquini. Essi usando il giavellotto si trafissero a vicenda rimanendo entrambi uccisi.
A Bruto Giunio dunque si deve la caduta della monarchia e la nascita della repubblica romana leggenda raccontata in tutti i dettagli dallo scrittore Livio.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
6° Premio Internazionale per la Sceneggiatura Mattador: la Giuria 2015 si...
I migliori aspiranti sceneggiatori del 6° Premio Mattador saranno resi noti venerdì 3 luglio 2015 alle ore 17.30 al Teatro Verdi di Trieste, Sala di... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Sabaudia Film Fest: il festival dedicato alla commedia italiana
Si terrà a Sabaudia dal 10 al 18 luglio il Sabaudia Film Fest, promosso ed organizzato dal Comune di Sabaudia. La prima edizione del festival dedicato alla... Leggere il seguito
Da Taxi Drivers
CINEMA, CULTURA -
Perché al “concorso” Rai non dovrebbe andare nessuno
Miei cari, so che mi ripeterò, poiché ne avevo già parlato in precedenza ma sinceramente, la storia del concorso per giornalisti Rai mi ha nauseata ed... Leggere il seguito
Da Rory
CULTURA, MUSICA -
COSENZA: L’UOMO NOMADE | Peregrinazioni, terre lontane, luoghi, etnie,...
Mostra L’UOMO NOMADE peregrinazioni, terre lontane, luoghi, etnie, migranti, memorie Cosenza – Palazzo ArnoneMercoledì 1 luglio 2015 – ore 11. Leggere il seguito
Da Amedit Magazine
CULTURA, SOCIETÀ -
Quattro chiacchiere e un caffè con... Francesca Angelinelli!
Buon pomeriggio, cari lettori! ^^Oggi sono qui per con un appuntamento speciale di "Quattro chiacchiere e un caffè con...", rubrica di interviste e curiosità. Leggere il seguito
Da Francikarou86
CULTURA, LIBRI -
ROMA e SUTRI: PRIMA NAZIONALE KIRON CAFE’ | TEATRI DI PIETRA LAZIO XVI EDIZIONE
KIRON cafè TEATRI DI PIETRA LAZIOXVI EDIZIONE PRIMA NAZIONALE SABATO 4 LUGLIO 2015ANFITEATRO DI SUTRI (Viterbo) DOMENICA 5 LUGLIO 2015AREA ARCHEOLOGICA, PARCO D... Leggere il seguito
Da Amedit Magazine
CULTURA, SOCIETÀ




