Ho sempre pensato che il cinema anticipasse di qualche lustro quello che poi la realtà ci avrebbe fatto vivere, come se seduti in una comoda poltrona circondati da perfetti sconosciuti e sganocchiando popcorn esageratamente costosi avessimo un'anteprima del nostro futuro. Ciò accadde a partire dal primissimo film dei fratelli Lumiere, l'arrivo del treno alla stazione di Lo Ciotat nel 1896, il cui realismo (e forse la ripresa angolare) scatenò il panico in sala, facendo scappare il pubblico convinto di trovarsi in mezzo alle rotaie. L'anno prima Verne aveva pubblicato "Dalla Terra alla Luna" e nel 1902 il film di Méliès liberamente tratto dal romanzo aveva anticipato le fasi dell'allunaggio di oltre sessant'anni.
Poi arrivarono i terribili mostri extraterrestri degli anni '50 - visto che fino a quel momento le due guerre mondiali avevano fatto il pieno di eventi mostruosamente terrestri - che volevano cancellare l'intera razza umana ed impossessarsi dei beni della Terra in quanto avevano devastato il loro pianeta. E anche qui nulla di nuovo.
La tv portò le saghe televisive, appunto, e con essa le uniche due che ho avuto la forza, anche fisica se pensiamo ai quasi trent'anni di Beautiful, di seguire: "Spazio 1999", dove si narrava che nel 1999 la Luna era diventata una discarica di scorie nucleari (letale pattumiera che invece siamo riusciti ad organizzare perfettamente sulla terra) e naturalmente la mitica "Star Trek" mia coetanea, visto che entrambe vedemmo la luce nel 1966. In Star Trek la visione è già più "positiva" nel senso che gli abitanti della galassia conosciuta sono rappresentati e protetti da una Federazione Unita dei Pianeti, quasi un universo Peace and Love ed anche qui la fantasia degli sceneggiatori ha anticipato la realtà non solo con il telefonino a cozza e il teletrasporto ma anche durante l'ultima versione cinematografica, dove un equipaggio un po' invecchiato affronta un viaggio a ritroso nel tempo per salvare l'ultima balena e con essa il suo linguaggio, l'unico che i cattivi di turno comprendono. Quante analogie con il nostro presente, vero?
Ma il film che mi ha fatto sempre molto riflettere è stato "Mad Max", del 1979, che anticipa il medioevo nel quale è piombato l'umanità, in balia di pazzi assassini che portano morte e terrore in un mondo distrutto dall'inquinamento e che si bombardano fra di loro per proteggere il bene più prezioso, una nave cisterna carica di petrolio arenata in mezzo al deserto, visto che mari e fiumi sono già stati fatti fuori tutti. Qui i cattivi sono proprio cattivi: sono sadici psicopatici armati di tutto punto con fucili d'assalto che ammazzano per un nonnulla e che non rispettano niente e nessuno. Esattamente quello che i media ci rappresentano con un'impressionante cadenza quotidiana: una società che ha smesso di dare valore all'onestà, all'impegno, al merito, all'umiltà, alla fatica, alla bellezza ed ha scelto di farsi abbagliare da vacue parole e lustrini allucinogeni può solo sperare che qualche buon extraterrestre metta un po' di ordine.
Extraterresti che hanno fattezze umane, magari con qualche ruga in più o con i lobi carichi di orecchini, quelle dei volontari che lavorano nelle cucine popolari, che raccolgono materiali durante le Giornate del Banco Alimentare, che sostengono i contadini che forniscono alla Fairtrade e all'ACS prodotti etici, rispettosi del loro lavoro e che raccolgono dalle diverse catene della GDO quello che non può più essere messo in vendita. La Coop ne ha fatto un vero e proprio must, organizzando appunto "Brutti ma buoni" e anche in quel di Trieste, la catena Pam-Panorama ha ben pensato di donare un Natale diverso a chi non si può permettere neppure il necessario per sopravvivere.
In un web che spesso si divide ferocemente circa l'utilizzo delle zucchine e delle fragole a gennaio credo che alle volte sarebbe meglio partire dai fondamentali, ovvero dal fatto che in Italia, potenza mondiale del G8, ci sono concittadini che non possono permettersi le zucchine e le fragole, brutte e buone, neppure a maggio. Ma questa è un'altra storia. Brutti ma buoni (ricetta di Walter Eynard)
Ingredienti (per una trentina di pezzi) 150 gr di nocciole tostate (ho usato quelle di Giffoni IGP selezione Fior Fiore Coop e le ho trovate davvero molto profumate e croccanti), 150 gr di zucchero semolato, 50 gr di albume (2 uova bio piccole), 1/2 baccello di vaniglia.
Procedimento Tritare grossolanamente le nocciole, unitamente allo zucchero, con un coltello (non frullatore!) facendo in modo che qualcuna rimanga un po' più grossa. Montare gli albumi a neve fermissima, incorporare con cura le nocciole con lo zucchero ed i semini del baccello di vaniglia, facendo attenzione a non smontare il composto. Mettere il composto in un tegame dal fondo pesante, come una cocotte in ghisa Staub, e mescolando con un cucchiaio in legno cucinarlo a fuoco bassissimo fino a quando non assumerà un colore ambrato e lucido; ci vorranno almeno una decina di minuti. Toglierlo dal fuoco, lasciar riposare il composto nella cocotte per qualche minuto e comporre con due cucchiai piccoli mucchietti da adagiare sopra due leccarde coperte da carta forno. Cucinare nel forno statico già caldo a 165° per circa 15'-18'. Sfornare, lasciar raffreddare 5' minuti sulla placca e servire queste meringhette asciutte e leggere.