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Dunque, essendo donna littoria tutta Dio, patria e famiglia, io spesso torno nella mia citta’ natale napoletana ad omaggiare il padre e madre, i quali a loro volta omaggiano me uccidendo stuoli di vitelli grassi e friggendoli in mio onore.
Dunque torno a casa, approffitando del festivo 2 giugno, dopo il solito passaggio obbligatorio fornitomi a caro prezzo dalla nostra gloriosa ferrovia italiana che tutto il mondo ci chiede come facciamo noi ad avere ancora questi mezzi di trasporto di ante guerra
Giungo sul suolo natio, passeggio per questa piccola urbe marina, in mezzo agli eterni cantieri della metropolitana, crateri e sventramenti da tutte le parti, munnezza e negozi aperti; della festa della repubblica, a quanto pare, qui non frega niente a nessuno. Nel porto ormeggiano enormi navi da crociera alte come palazzi di otto piani, fanno ombra agli scugnizzi che giocano a pallone in mezzo alle banchine; il santo dell’anno si chiama Quagliarella
Arrivo all’edicola del Fratello Minore, che vedo subito sta preparando il fucile a pallini, che e’ il modo cordiale con cui forse saluta i parenti.
Ave, Fratello Minore, carichi a salve per me? No dice, stanno arrivando gli zingari
Aaaaaahh sempre cordiale tu con gli extracomunitari
Del resto noi littori approviamo di bruciare gli zingari, si sa, e’ passatempo maschio ed italico
Questi non sono extracomunitari, spiega pero’ mio fratello, sono zingari sporchi e pidocchiosi nati a Napoli, cresciuti nel rione sanita’ e che si sono imparati camorristi,
Mentre tiro la filippica sulla solidarieta’ sociale che adesso noi littori dobbiamo fingere di avere e che comporta che noi gli zingari non li spariamo, magari li cacciamo solo con la scopa, sento una musichetta accattivante, ritmo latino americano mischiato alla rumba degli scugnizzi credo, ed eccoli la’ svoltare l’angolo: i brutti sporchi e cattivi
Trattasi di famigliola similtzigana che gira con un carrettino dal quale proviene la musica su dischi di Vinile; essa e’ composta da padre, madre, figlia ed essere imprecisato che cambia i dischi sul carrettino musicale
Sono tutti sporchissimi, i loro corpi raccontano storie prive di sapone ed igiene
Puzzano di pipi’ rancida
Il padre balla, la madre fornisce i numeri al lotto vincenti, la figlia legge la mano, l’essere imprecisato cambia i dischi; e’ alto, biondo e mugugna parole tronche..sembra Lerch della famiglia addam’s
Si fermano nella piazzetta ed iniziano lo show che consiste in questo: il padre, enorme e grasissimo tipo lottatore di sumo, inizia a ballare credo la samba facendo quelli che nelle sue intenzioni dovrebbero essere accattivanti movimenti pelvici ma che nella pratica sono degli spostamenti di lardo da una parte all’altra del corpo, la panciona enorme e tremolante che si sposta da destra a sinistra e viceversa
ho letto libri di Stephen King che mi hanno fatto meno impressione.
La madre (si capisce che e’ femmina dalle gonne multistrato, altrimenti i baffi potrebbero trarre in inganno) asserisce che la sua veggenza le fa vedere i numeri che usciranno alla prossima estrazione del lotto (perche’ non se li gioca lei e li usa per comprarsi una doccia?) e la figlia, veggente come la madre, chiede di leggere la mano
Mio fratello dice che lei nella mano legge solo le disgrazie, a memoria d’uomo nessuno che si sia fatto leggere la mano da lei ha ricevuto una buona notizia mai, nemmeno per sbaglio..e se ti rifiuti di darle dei soldi lei ti insegue e le disgrazie te le augura.
Il problema e’ che loro girano da anni nel quartiere e tutti li chiamano imbroglioni perche’ i numeri non escono mai e tengono i pidocchi
Il fatto dei pidocchi e’ vero, lo constato di persona e in diretta e urlo ma che schifo, mio fratello dice li posso cacciare adesso, eh no ma non stanno facendo niente di male, la nuova ipocrita politica littoria e’ quella di ma nel frattempo la gente si e’ affacciata e gli getta addosso oggetti contundenti e dice andatevene che fate schifo
Lerch si gratta furiosamente dappertutto e in silenzio
La figlia getta un anatema che uccide su tutto il quartiere; il padre, incurante, danza il ballo dell’adipe indefessamente; la cosa curiosa di questi zingari e ‘ che parlano napoletano assai bene, non hanno per nulla l’accento slavo..inoltre, sono ignorantissimi, non sanno ne’ leggere ne’ scrivere, pero’ i soldi li capiscono, urlano dalle finestre; mio fratello dice se non li cacciamo non se ne vanno piu’ e infatti un tizio dalla finestra urla a mio fratello: edicola’ ma nun e’ cacc? (signor giornalaio, come mai non procede alla solita cacciata dei pidocchiosi?)
Si rivolgono a mio fratello perche’ la famiglia dei pidocchiosi di lui ha paura, in quanto una volta, dopo avergli chiesto gentilmente di non spidocchiare vicino all’edicola, senza litigare ma cortesemente al loro rifiuto gli ha sparato i pallini di sale
Mio fratello dice che non li puo’ cacciare perche’ purtroppo io tengo la fissazione del politicamente corretto, allora il pescivendolo ci prova lui e li insulta anche dicendo che il pesce marcio puzzava meno di loro; ormai tutti protestano, questi oggi soldi non ne fanno
Il padre dice: almeno fatem firni’ e’ balla’
O’ ball e n’arte, io so’ n’artista
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