New Delhi, 1 marzo 2016
Da qualche mese a questa parte sembra che tutto, ma proprio tutto vada storto a Narendra Modi. Mi ricordo che solo fino a un anno fa era esaltato dalla stampa come un 'superman' venuto a salvare l'India dalle grinfie dei corrotti.
Adesso finita la "Modi Wave" e' diventato la fonte di ogni male, dall'intolleranza per chi mangia la carne di manzo agli arresti per sedizione degli studenti universitari della Jnu, fino alla rivolta della casta dei Jat nell'Haryana che stava per far morire di sete New Delhi.
Io non parteggio ne' per il Bjp, ne' per il Congresso. Anche perche' sono convinta che questo Paese ha ormai la forza di andare avanti comunque al di la' di chi governa a New Delhi.
Ma non mi piace l'atteggiamento della stampa che prima lo esaltava e ora lo getta alle ortiche. The Week si chiede nell'ultimo numero (in foto) "Dove sta andando l'India?" e sotto c'e' una foto di Modi che dorme....
Sul website 'The Wire', invece, uno politologo italiano Diego Maiorano, un cervello in fuga nell'universita' di Nottingham, nel Regno Unito, traccia un dottissimo parallelo tra il Bjp e il fascismo italiano, anzi con il Ventennio e gli squadristi paragonati ai radicali indu' dell'RSS.
The Wire e' un portale di informazione lanciato da Siddharth Varadarajan, ex direttore dell'Hindu e una delle menti piu' fini del giornalismo indiano e Sidharth Bhatia (ex direttore DNA di Mumbai). Stiamo quindi parlando di una voce autorevole...e slegata dai partiti.
L'ultima vicenda della Jnu mi e' sembrata esageratamente mediatizzata e manipolata dai partiti. Innanzittutto nessuno sa ancora adesso che cosa abbia mai detto di cosi' grave questo ragazzo, Kanhaiya Kumar, per essere arrestato per sedizione. Adesso si e' pure scoperto che dei video della manifestazione incriminata erano stati truccati. Insomma non si capisce cosa sarebbe 'anti indiano'.
Il polverone che si e' sollevato e' stato enorme. E nessuno si e' ricordato che negli ultimi 10 anni ci sono stati due altri casi, e all'epoca c'era il Congress al potere.
Uno e' il medico Binayak Sen, il "Gandhi degli indigeni" arrestato per sedizione nel 2010 perche' accusato di aver aiutato i maoisti in Chhattisgarh. E' dal 2011 in liberta' su cauzione. L'altro clamoroso caso e' dei un vignettista Aseem Trivedi detenuto a Mumbai per due settimane per una vignetta che insultava l'emblema nazionale.
Il confine tra sedizione e liberta' di espressione e' spesso tenue e su questo si e' innescato un dibattito infinito in India. Ha detto bene, in una conferenza all'India Habitat Center, l'avvocato Soli Sorabjee (che e' anche quello dei maro'). Secondo lui il reato di sedizione e' applicabile quando c'e' anche una chiaro incitamento alla violenza. Insomma non basta dire Viva il Pakistan...e quindi la polizia di Delhi ha preso un granchio. L'Opposizione ha gridato subito al regime dittatoriale per screditare il Bjp. E cosi' un'altra tegola e' caduta sulla testa di Modi.