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Brutto scherzetto antipatico, rubate le corde a -700 alla spedizione esplorativa al Roversi

Creato il 08 dicembre 2014 da Andrea Scatolini @SCINTILENA

La Speleologia non si fa mancare niente; oltre ad ataviche beghe e dissidi stavolta si è messa in mostra perchè qualcuno ha fatto sparire le corde pronte e sistemate tra -200 e -700 dell’Abisso Roversi in previsione dell’assalto degli Speleo Mannari al record della grotta più profonda d’Italia.

Brutto scherzetto antipatico, rubate le corde a -700 alla spedizione esplorativa al Roversi

Il forte Speleosub Luca Pedrali ieri, in partenza per la spedizione, con il berretto Scintilena

Nei mesi scorsi l’A.I.R.E.S. Associazione Interregionale Richerche Esplorazioni Speleosubacquee aveva già tentato una immersione al sifone terminale della grotta più profonda d’italia, l’Abisso Roversi, in Alpi Apuane, a -1350 metri (circa), per la quale erano stati costretti a ricomprare corde nuove in quanto i vecchi esploratori dell’abisso non hanno dato il permesso di utilizzare le corde esistenti.
Quella volta per diversi problemi, tra cui un forte nubifragio che ha aumentato pericolosamente la portata dell’acqua all’interno della grotta, l’impresa fu rimandata.

Il gran giorno, ieri 7 dicembre 2014, con 15 forti speleologi provenienti da tutta Italia in supporto allo speleosub Luca Pedrali pronto ad affrontare l’acqua in fondo alla grotta per esplorare oltre e raggiungere zone inesplorate, è stato funestato dall’alzata di ingegno di qualche speleologo all’antica, che per ostacolare l’esplorazione ha ben pensato nei giorni scorsi di andare a “disarmare” e rubare le corde appena posate dai nuovi esploratori.
Stamattina scoprendo il furto tre speleologi della squadra di appoggio sono dovuti uscire dalla grotta per andare a fare la guardia alle autovetture e ancora più importante a questo punto all’ingresso della grotta, dove qualche furbo potrebbe pensare magari anche di togliere la corda per uscire (la cortesia non è mai troppa).
In Apuane va di moda trovare gomme squarciate e furti nelle auto, specialmente in zona Fociomboli e intorno al Corchia, ma finora c’era da temere solo dai cavatori e da abitanti del luogo poco contenti di veder girare speleologi che gli impediscono di distruggere la montagna a piacimento, ma da oggi spunta chiaramente la figura dello speleoboicottatore, di cui avremmo fatto volentieri a meno.
Mentre scriviamo, la squadra di punta è giù a -1350, ce li immaginiamo tutti in silenzio e al buio a scrutare nell’acqua immobile dell’ultimo lago ad aspettare di rivedere la luce dei fari di Luca Pedrali che ritorna dal punto più profondo d’Italia. Nel pomeriggio speriamo di avere grandi notizie, nonostante tutto.

La notizia intanto è stata pubblicata su “Il Tirreno”:
http://iltirreno.gelocal.it/lucca/

Io stanotte ululerò alla luna.

MANNARIIIII!!!!! AAAAUUUUUUUUUUU!!!!!!

Andrea Scatolini


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