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Bruxelles, ti immaginavo diversa

Creato il 09 settembre 2014 da Marika L

“E’ l’unico low cost, prendiamolo”
Questo è stato il debole entusiasmo che ci ha accompagnati durante l’acquisto dei biglietti aerei per Bruxelles, una delle mete più economiche su questo versante.
Mi sono resa conto che la capitale belga divide seriamente il popolo: quando abbiamo comunicato che sarebbe stata una delle nostre destinazioni, infatti, metà delle persone tirava fuori gli occhi a cuoricino, l’altra metà assumeva la classica espressione che poteva significare solo una cosa.
Che cavolo ci andate a fare?
In quel momento non sapevo ancora che Bruxelles mi sarebbe piaciuta così tanto.

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Sono sincera, se qualcuno mi chiedesse un consiglio per un weekend fuori porta, probabilmente non lo indirizzerei subito verso il Belgio e forse neanche io lo visiterei per una seconda volta.
E’ uno di quei luoghi che senti dentro e poi ti bastano, uno di quei quadri che appendi al muro dei ricordi e che guardi con un sorriso, ma che poi ti stufi ad osservare troppo.
Eppure, eppure, eppure.

Sarà che, come dicevo, sono partita senza aspettative e senza un piano ben preciso, ma quando mi sono trovata al centro della Grand Place il cuore ha iniziato a battere un po’ più forte.
Mi sono emozionata.
Il centro storico di Bruxelles è bellissimo, un susseguirsi di vicoli costeggiati da cioccolaterie e negozi di souvenir. Per non parlare degli immancabili waffle!
Quando alzi lo sguardo, ti rendi conto dell’esistenza di tetti spioventi che sembrano voler graffiare il cielo, mentre le case strette e attaccate tra di loro fanno a gomitate per guadagnarsi un centimetro di spazio in più.

Ad un certo punto incontri il Manneken Pis, la celebre statua che raffigura un bambino intento ad urinare. In realtà capisci di trovarti di fronte ad un simbolo della città solo per via delle tante persone che fanno la fila per scattare una foto. Così ti fermi, lo guardi meglio e a quel punto sfido chiunque a non pensare “E questo è tutto?”.
Ok, lo confesso: abbiamo ceduto anche noi alla foto di rito!

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Bruxelles è una città che sa di storia, di canzoni d’amore, di pioggia.. E di birra.
Il Delirium Tremens è la birreria più famosa del Belgio e probabilmente una delle più famose al mondo, grazie allo spropositato numero di birre che propone, addirittura più di duemila. Sapevi che ha vinto il Guinnes World Record?
I suoi tre piani sono sempre pienissimi e caotici, ma non temere: dopo il terzo bicchiere il chiasso non lo sentirai più. Noi che non siamo grandi intenditori abbiamo scelto a caso e poi sotto consiglio di un’amica ci siamo lanciati sulla birra “Delirium”, prodotta dal locale stesso. Se la consiglierei? Assolutamente si!

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Non si può andare a Bruxelles e non assaggiare le patatine fritte, con la loro particolarità di essere sottoposte ad una doppia frittura e servite nel cono di carta. Vi consiglio di sopportare la fila per provare quelle di Fritland (Rue Henri Maus, 49), che propone anche tantissime salse.

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Bruxelles è stata la meta finale di un viaggio inaspettato che ci ha portato a sconvolgere i piani, a partire privi di entusiasmo e ritrovarci pieni di cariche positive. Forse sbaglio a riempirmi sempre di troppe aspettative, perché a volte i luoghi che abbandoni in soffitta sono poi quelli che ti emozionano tanto. Sempre se hai il coraggio di soffiare via la polvere e di iniziare a mettere positivamente in discussione tutte le false credenze.
E’ vero, forse il Belgio non è tra le prime mete che consiglierei, ma la cornice di sentimenti che mi hanno accompagnata durante il nostro mini on the road e la voglia di lasciarsi catturare dall’imprevedibilità delle situazioni, beh.. Questo si, che lo auguro con tutto il cuore al mondo intero.

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