Bucare il fondale della sicilia senza rumore e con molte stranezze

Creato il 09 settembre 2010 da Madyur

Vogliono bucare il canale di Sicilia. Vogliono farlo in punta di piedi. Passando dall’Irlanda.

A far rumore sono stati alcuni errori, contenuti in uno studio di 36 pagine, ricco di grafici, numeri , sviste e alcune omissioni.Lo hanno realizzato i geologi della Peal Petroleum per conto della San Leon srl, con un capitale di appena 10000 euro, si preparano a trivellare il fondo del mare siciliano.

Quando a maggio l’ingegnere Di Giovanna si trovò le carte che annunciavano i lavori , autorizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico ( Scajola sempre lui), notò qualcosa di strano.L’obiettivo dell’analisi era quello di trivellare in un’area di 482 Km quadrati , da Selinunte a Capo Bianco , a meno di 2 Km dalla costa.

“Mi chiesi perché in comune non ne sapevano niente” racconta Di Giovanna “ E perché quelli della San Leon avevano inviato il documento al Responsabile affissioni e non al sindaco”. Di Giovanna, l’uomo del momento giusto, non si lascia scappare le stranezze.

I geologi scrivono che l’rea è frequentata da piccole imbarcazioni che trovano ricovero nei porti di Gela , Pozzallo, a Scoglitti. Di Giovanna si chiede perché mai dovrebbero trovare ricovero a più di 100 Km di distanza , quando vi sono nell’area i porti di Sciacca , Mazara e Porto Palo?Il mistero è svelato. Il paragrafo in questione è copiato da un’altra indagine , realizzata nel 2008 sui monti Iblei, Sicilia sud-orientale, oggetto di ricerche petrolifere.Ci sono passaggi che assomigliano molto un copia e incolla , osserva l’assessore Vecchio. Per altro effettuato da un documento che già conteneva errori. ( Prevedevano che il trasporto marittimo sarà limitato al porto d’approdo più vicino…Ancona).

La Peal non ha mai realizzato lo studio sul nostro territorio e ha riportato errori marchiani. A Repubblica il geologo Albanesi , coordinatore dell’analisi ambientale della Peal, afferma che il Ministero dell’Ambiente non pretende che gli studi vengano fatti sul luogo.

Ma nell’analisi della Peal non è menzionato il rischio sismicS2o e vulcanico. Empedocle, l’Etna marino, fa tremare ancora i fondali. Lo scorso agosto è avvenuta un’esplosione di una sacca di metano, pensate se ci fosse stata una piattaforma. Il sindaco di Sciacca , Vito Bono dice “Ci stanno svendendo per 10000 euro. La San Leon vale meno di una gelateria”.

Il consiglio d’amministrazione della Peal è composto da tre irlandesi , un americano e un inglese. Hanno tutti nello stesso domicilio , il 93 di Via Rubichi , a Monteroni , un paesino in provincia di Lecce. L’amministratore delegato è Bryant Finbarr , responsabile legale di un’altra società , la Petroceltic Elsa, che ha già ottenuto delle concessioni per le ricerche nell’Adriatico , dove il Wwf aveva denunciato le stesse irregolarità, anche in quel caso lo studio fu realizzato dalla Peal.

San Leon è controllata dalla San Leon Limited , società a responsabilità limitata, con sede al numero 6 di Northbrookdella Capitale irlandese. Lo stesso della Petroceltic che, come la San Leon, ha un capitale di 10000 euro.Agli indirizzi telefonici della San Leon risponde uno studio di Consulenza. Il Ministero cosa ha controllato?

Su 28 richieste di ricerca al vaglio, 15 sono stati già approvati. Sei le piattaforme già installate al largo di Ragusa e del Golfo di Gela. La prima piattaforma si chiama Atwood Eagle ed è nata l’11 luglio scorso a 14 miglia dalle spiagge dell’isola. La trivella dell’Audax , compagnia di origine australiana , che in barba alla regione si prepara a bucare. A Pantelleria come a Sciacca della piattaforma l’hanno scoperto per caso. Come è possibile tutto questo?


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