Continua a non esserci pace per la Chiesa di San Biagio. La “chiesetta” era stata vittima di un grave atto vandalico a inizio anno e da allora si sono susseguiti tanti step burocratici e troppi momenti di attesa. Ancora, però, non è stata trovata una soluzione e la Soprintendenza delle Belle Arti ha dato riscontro solamente nella serata di lunedì 26 ottobre: le novità, tra l’altro, non sono per nulla incoraggianti.
L’ITER BUROCRATICO DOPO L’ATTO VANDALICO: DIECI MESI DI SILENZIO
Tutto ebbe inizio lo scorso gennaio. Alcuni vandali, mai identificati, nella notte tra domenica 18 e lunedì 19 imbrattarono la famosa “chiesetta” di Buccinasco con delle scritte rosse. Un gesto ignobile. I segni furono apposti ovunque, dalla facciata alla navata, e l’atto vandalico colpì la comunità, da sempre legata all’edificio. Questo luogo di culto ha infatti una tradizione storica: già citata nel 1296 all’interno del manoscritto “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani”, redatto dallo studioso Goffredo da Bussero, la Chiesa di San Biagio nel 1796 faceva parte della pieve di Cesano Boscone.
Oggi invece appartiene alla parrocchia di Buccinasco Maria Madre della Chiesa ed è conosciuta da tutti, nell’hinterland milanese e non solo, per una particolarità: grazie a una curiosa scelta urbanistica, l’edificio si trova nel mezzo di una rotonda percorsa quotidianamente da centinaia di automobilisti. L’atto vandalico portò all’immediata reazione sia della comunità cattolica, sia dell’Amministrazione comunale, che decise di intervenire: il sindaco
Giambattista Maiorano e il vice sindaco Rino Pruiti si impegnarono personalmente per consegnare alla Soprintendenza delle Belle Arti, già da febbraio, la pratica relativa al restauro. Senza il benestare di quest’ultima istituzione, infatti, nessuno può intervenire sull’edificio ecclesiastico: pena, pesanti (e paradossali) sanzioni, fino a 3000 euro di multa a persona.
IL VICE SINDACO PRUITI: “È ASSURDO, PER COLPA DELLA BUROCRAZIA CONTINUANO I RITARDI”
In un Paese normale, la vicenda sarebbe già stata archiviata. Ma questo non è un Paese normale e la Soprintendenza ha fatto attendere il proprio riscontro fino all’ultimo, per tutto l’anno. In nove mesi, c’è chi riesce a partorire un bambino: a Buccinasco, invece, non si è ancora riusciti a far togliere delle scritte dalle mura di una chiesa. Dopo numerosi solleciti da parte dell’Amministrazione e mesi di silenzio dalla Soprintendenza, nella serata di lunedì 26 ottobre è arrivato finalmente il riscontro: le Belle Arti non hanno però dato il benestare all’inizio dei lavori, bensì hanno ordinato al Comune di Buccinasco di assumere un esperto per un parere sul restauro. Tradotto, altri mesi di burocrazia. “In primavera e in estate avevamo sollecitato una risposta alla Soprintendenza e dopo settimane ci era stato riferito da loro che avevano perso la nostra documentazione” ha commentato stizzito il vice sindaco Rino Pruiti, “Lunedì, invece, ci hanno risposto all’ultimo giorno utile possibile, per ‘ordinare’ altri ritardi: ci vorranno infatti mesi per indire prima il bando di gara relativo alla scelta dell’esperto per il restauro e poi il bando di gara per affidare a chi di dovere il restauro stesso”. Tra i due bandi, sarà anche necessario ottenere un nuovo via libera al progetto, da parte della Soprintendenza: “È assurdo, sembra una presa in giro: per colpa della burocrazia non possiamo dare una risposta ai nostri cittadini in tempi dignitosi. Non è normale una cosa del genere”.
Davide Mamone
Si o No Magazine il giornale dei Navigli
30 ottobre 2015
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