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Buddha e Bin Laden.

Creato il 03 maggio 2011 da Enricobo2
La notizia del giorno continua a dipanarsi nel mondo come è giusto che sia. Se tutto è quello che è, sono soddisfatto che un problema sia stato risolto, un po' come quando si acchiappa il numero uno dei mafiosi o cose del genere. Accetto anche ben volentieri che nell'azione, il catturando sia morto, soluzione alla fine pragmaticamente ideale, anche se far sparire il corpo in mare in poche ore, non mi sembra una buona idea. In questa vicenda, di dubbi e misteri era meglio non lasciarne, ma pazienza. Quello che mi rattrista invece è vedere la gente nelle piazze che gioisce e stappa bottiglie di champagne. Così come mi facevano orrore le piazze colme di folli esaltati che inneggiavano ai terroristi, bruciando bandiere e impiccando fantocci e simulacri, guardo con tristezza altra gente che salta e balla festeggiando la morte e la gioia triste della vendetta. Come puoi pensare di avere la primazia morale sul mondo se ti metti sullo stesso piano di chi consideri barbari fanatici? Leggo da Niki di un Jataka, un racconto sulla vita di Buddha precedente all'illuminazione:
Buddha era un mercante in viaggio per nave con altri 100 mercanti. Scopre che i marinai, in realtà, sono dei pirati e che vogliono uccidere tutti i mercanti per derubarli. Allora Buddha li uccide (il male minore, i mercanti non muoiono e i pirati non accumulano altro karma negativo). E a causa di questa azione finisce agli inferni. Ne escirà poi fuori per suoi meriti. Ma non è questo il punto. Buddha sa che uccidere è sbagliato. Per evitare un male maggiore compie questa terribile azione ma se ne accolla le conseguenze e non ne fa motivo di vanto. Deve essere motivo di tristezza dover accettare che alcuni esseri possano essere fermati, nel loro sentiero di distruzione, solo dalla morte.
 Non credo che sia necessario essere buddhisti per sentire queste cose, basta essere uomini e non barbari.
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