Budinetti tiepidi di ricotta con salsa di prugne.

Da Marisa

Ricetta per persone n.

6

Ingredienti:

ricotta piemontese g 250
zucchero g 160
prugne secche g 100
albume g 50
fecola g 30
6 tuorli
un'arancia
un kiwi
una pera
rum
burro
scorza di limone
sale

Preparazione: 45’

  • Preparate la salsa: sminuzzate le prugne, raccoglietele in casseruola con g 20 di zucchero.
  • Copritele di acqua, unite un cucchiaio di rum, una noce di burro e lasciatele sobbollire per 20' circa.
  • Infine passatele al setaccio ottenendo una salsa.
  • Lavorate la ricotta con i tuorli, g 80 di zucchero, la fecola e un po' di scorza di limone grattugiata.
  • Montate a neve l'albume con un pizzico di sale, g 20 di zucchero e incorporatelo delicatamente nel composto di ricotta.
  • Imburrate e inzuccherate 6 stampini scannellati da budino (ø cm 7,5), distribuitevi il composto e infornateli a 180 °C per 20' circa.
  • Infine sformate i budini su un piatto da portata e serviteli, tiepidi, con la salsa di prugne e la frutta a fettine.

Quanto nutre una porzione: 301 calorie.

Vino consigliato: Aromatico dolce dal profumo di fiori ed erbe: Brachetto d'Acqui

Zona di produzione: interi territori dei comuni di Vesime, Cessole, Loazzolo, Bubbio, Monastero Bormida, Rocchetta Palafea, Montabone, Fontanile, Mombaruzzo, Maranzana, Quaranti, Castelboglione, Castel Rocchero, Sessame, Castelletto Molina, Calamandrana, Cassinascoin provincia di Asti, Acqui Terme, Terzo, Bistagno, Alice Bel Colle, Strevi, Ricaldone in provincia di Alessandria; parte dei territori dei comuni di Nizza Monferrato (Asti).
Sono da considerarsi idonei unicamente i vigneti collinari di giacitura ed orientamento adatti, i cui terreni marnosi siano di natura calcareo-argillosa.
Questi vino piemontese da dessert è molto apprezzato soprattutto nel Nord America. Il vino amato e preferito, come vuole la tradizione popolare, da una delle più famose maschere italiane: Gianduja da Gioan d'laduja, Giovanni del boccale, che da questo rosso rubino, frizzante di spuma fragrante, traeva ispirazione per la sua sana allegria. Il personaggio in questione era circondato da una fama di gran bevitore, ed il Brachetto era appunto il vino più adatto a riempire il suo inseparabile boccale ed a soddisfare il suo raffinato palato. L'origine del Brachetto è piuttosto controversa. L'ipotesi più fondata sembra comunque essere quella che lo indica originario delle colline astigiane e del Monferrato, sebbene Demaria e Leardi a loro volta, nella "Ampelografia della provincia di Alessandria" (1875), sostengono che il Brachetto piemontese, profumato e aromatico, sarebbe originario di Nizza Marittima.

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