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Budo o competizione?

Da Stefano Bresciani @senseistefano
Data: 26 giugno 2013  Autore: Simone Lorenzi

Budo o competizione?Qualche settimana fa, mentre parlavo con colui che è stato mio Sensei quando praticavo Karate, gli ho evidenziato il percorso intrapreso dalla scuola di arti marziali a cui sono iscritto ora… e una sua una frase mi ha fatto riflettere sulle differenze tra le varie arti marziali e ciò che cerco nel mio percorso.

Spiegandogli che in aikido non vi sono gare, mi ha risposto che in questo modo si taglia fuori una fetta enorme di possibili praticanti, quelli più giovani, che si avvicinano alle arti marziali attirati dall’agonismo. Certo, facendo un puro ragionamento economico, il prestigio della medaglia e il titolo di “campione di qualcosa” è una leva importantissima per attirare utenti…

Questo però non è lo scopo per cui la Bushidokai ShinGiTai è nata, non è lo scopo dell’Aikido e da un mio punto di vista nemmeno del judo e del Karate.  Questa mia idea trova conferma in due libri che ho letto ultimamente ovvero “Lo spirito dell’aikido” di  Kisshomaru Ueshiba e “I Maestri del Budo”” di John Stevens.

Secondo Yagyu Munenori, maestro di spada della casata Tokugawa, scopo delle arti marziali è sconfiggere il desiderio di vittoria, di affidarsi alla tecnica, di mettersi in mostra e di schiacciare l’avversario. Tutte cose che vengono invece esaltate dalle competizioni agonistiche tipiche dello sport. Ueshiba sosteneva che il vero spirito del budo,  non potesse realizzarsi nella competizione in cui  la vittoria è lo scopo ultimo ma si manifestasse nell’unione armonica di corpo mente e spirito, nell’addestramento continuo al fine di realizzare pace e amore tra gli uomini in un ottica di miglioramento e aiuto reciproco. Per questo l’Aikido rifiuta l’agonismo, in quanto alimenta l’egoismo portando a contravvenire ai valori del budo. Anche nel Judo, si potrebbe pensare che la competizione sia il fine, ma in realtà a mio avviso il Judo moderno è uno sport e ha poco a che fare con il Kodokan Judo, arte del budo. Lo stesso Kano nonostante considerasse la competizione importante per valutare i progressi del praticante, non la riteneva di primaria importanza. Fondamentale era invece l’addestramento etico al fine di sviluppare jita kyoei ovvero aiuto e cooperazione. Kano deplorava sfide al solo scopo di mettere in mostra la presunta abilità dei suoi allievi in quanto contrarie allo spirito del Kodokan Judo. Al termine di una gara disse:

Avete combattuto come torelli infuriati; non v’era nulla di dignitoso e raffinato nelle tecniche che ho visto oggi. Non ho mai insegnato a nessuno a praticare il Kodokan Judo in questo modo. Se tutto ciò a cui pensate è vincere con la forza bruta, questa sarà la fine del Kodokan Judo.” Purtroppo a mio avviso, dopo aver visto le ultime olimpiadi la profezia di Kano Sensei si è avverata, in quanto il Judo moderno è tutto ciò che lui non  voleva che fosse.

Anche il Karate shotokan originario è budo ma credo che non si possa dire lo stesso di quello moderno, dove la competizione ha reso importante soltanto l’aspetto estetico dell’arte. È stato travisato a mio avviso il principio ”non pensare a vincere; pensa a non perdere”. Ad una lettura superficiale non perdere significa vincere, in realtà il primo comporta la distruzione dell’avversario il secondo è assimilabile al  Masakatsu Agatsu Katsuhayabi dell’Aikido. Funakoshi Sensei dava più importanza alla pratica dei kata che ai combattimenti liberi ma notò il fatto che l’aspetto spirituale stava via via scomparendo. Gli allievi erano interessati solo ad ottenere il punteggio più alto e ad eseguire  tecniche più spettacolari degli altri al solo scopo di mettersi in mostra. I ”vaneggiamenti” di un anziano Maestro non avevano importanza. Il Karate-do da “via della mano vuota”, vuota di egoismo, malvagità, presunzione, divenne vuoto dei valori del budo tanto cari al padre di quest’arte quali coraggio, autocontrollo, cortesia e umiltà.

Ebbene, quindi Budo o Competizione? A ognuno dare la risposta che meglio si adatta alle proprie esigenze, al proprio credo, al proprio modus vivendi.

Nel momento in cui vi preoccupate del bene e del male dei vostri simili, aprite il vostro cuore alla malignità. Competere con gli altri, metterli alla prova e criticarli vi indebolisce e vi distrugge. Non vi sono competizioni nell’aikido. Il vero guerriero è invincibile perché non è in contrasto con nessuno.

O’ Sensei Morihei Ueshiba

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