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Buffalo ‘66 in dvd e blu ray

Creato il 28 novembre 2015 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma
Buffalo ‘66play video
  • Anno: 1998
  • Durata: 110'
  • Distribuzione: CG Entertainment
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Vincent Gallo

Vincent Gallo è un artista a tutto tondo, da sempre impegnato, in veste di attore, regista e produttore, nella realizzazione di film indipendenti – fuori, dunque, dall’usuale circuito cinematografico statunitense – in cui dare espressione a una creatività libera dai consueti condizionamenti imposti dalle logiche di mercato, riuscendo, nonostante ciò, a convogliare attori blasonatissimi, attirati dalla bontà delle sceneggiature, sempre intense e orientate all’analisi dei rapporti umani sullo sfondo di un paese che fatalmente perde la sua aura di terra del sogno e dell’abbondanza.

Anche in Buffalo ‘66, probabilmente la sua opera più significativa, Gallo lascia filtrare la miseria di un mondo che opprime, per la freddezza e l’incapacità di reale accoglienza, i due originali protagonisti, colti in un movimento di soggettivazione che li trasforma, malgrado l’ambiente ostile in cui agiscono e che tende a schiacciarli, non offrendo loro una reale possibilità di affrancamento. Billy Brown (Gallo) è un ragazzo disadattato, ma di animo più che sensibile, reduce da cinque anni di reclusione, scontati non per aver commesso un reato, ma solo per riscattarsi dal debito contratto con un allibratore (Mickey Rourke), in seguito ad un’infelice scommessa di diecimila dollari sulla vittoria dei Buffalo al Super Bowl, l’evento sportivo più seguito dagli americani. Una volta uscito dal carcere s’imbatte in una giovane e dolcissima ragazza, Layla (Cristina Ricci), con la quale comincia un avventuroso viaggio alla scoperta di sé, passando attraverso una serie di prove che lo segneranno, agevolando il suo processo di cambiamento. Da incorniciare le svariate sequenze in cui Billy si intrattiene, insieme a Layla, con la sua sgangherata famiglia, composta da un viscido Ben Gazzara, che si produce anche in una deliziosa performance canora, e una squallida Angelica Huston, completamente folle, nella misura in cui non smette di assistere, con una smodata partecipazione, ad un incontro di baseball registrato anni prima. Insomma, una gabbia di matti che non poteva non produrre degli evidenti disturbi nella personalità del figlio, che comunque cerca di fare una buona impressione sugli sconclusionati genitori, millantando il proprio matrimonio con l’appena conosciuta Layla, che, assai gentilmente, si presta alla strampalata messa in scena. Vedere questi straordinari attori recitare insieme in un’atmosfera così surreale, sapientemente architettata dallo stralunato Gallo, è davvero un godimento: preziosi minuti che già da soli valgono il prezzo del biglietto.

Ma ciò che dona un valore aggiunto a Buffalo ‘66 è l’aver saputo articolare su un piano d’immanenza due speculari prospettive che si presentano di fronte al tormentato protagonista: assistiamo, è proprio il caso di dire, alla ‘ricaduta idolatrica del prototipo’, cioè ad un funesto esito della vicenda, che drammaticamente si pone, anzi, sarebbe meglio dire, si giustappone, al miracolo di ‘un evento’ che convoca i due personaggi a caricarsi di una fedeltà infinita verso di esso. Ovviamente parliamo di un Amore, che, nella sua infinità e globalità, richiede che i soggetti coinvolti, ‘locali’ e ‘finiti’, compiano tutte le azioni necessarie per mettersi sulla sua eccedente traccia. Gallo, ce lo fa proprio vedere, e non è semplicemente l’accostamento di due possibilità aventi pari dignità ontologica (per renderla in maniera più semplice: non è un furbastro meccanismo alla Sliding Doors), ma la giustapposizione, questo è il termine più adatto, di due temporalità, l’una della decadenza cronologica, l’altra della redenzione della ‘durata’, un flusso emotivo che illumina retroattivamente ogni fotogramma della pellicola, un fuori campo ‘assoluto’ che riverbera su tutto il film, fornendo uno spazio desaturato in cui installarsi per riformulare l’ordine simbolico, alterato nella sua asfittica immobilità. Un evento, dunque, che eccede il linguaggio, e che ci fa balbettare qualcosa che somiglia alla verità di un futuro che finalmente si mostra, ‘si fa vedere’.

Tutti questi elementi di cui si è trattato in questa critica rendono il film di Gallo un’opera che va assolutamente recuperata, proprio per fare esperienza di quella duplicità di cui è composta fisiologicamente l’esistenza e che, dunque, non cessa di mobilitarci per compiere una scelta, facendo emergere l’importanza della dimensione etica che è l’unico reale elemento a partire da cui si può tentare di determinare il valore di un essere umano.

Pubblicato da Pulp Video e distribuito da CG Entertainment, Buffalo ’66 è disponibile in dvd e blu ray. Da non perdere.

Luca Biscontini

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