Mi sono messo comodo per godermi la visione di “Somewhere”: adoro i film di Sofia Coppola che ha toccato l’apice con “Lost in translation”, bellissimo anche “Il giardino delle vergini suicide”. Se sono riuscito ad arrivare alla fine è stato solo nella speranza che la musica cambiasse, che succedesse qualcosa per cui valesse la pena di stare seduto a guardarlo: macché, fino alla fine c’ho sperato ma l’attesa e la speranza è stata vana. Un ritratto di Hollywood e dello Star System davvero deludente. L’unica nota positiva la figlia del protagonista, Cleo interpretata da Elle Fanning, giovanissima ma già con un curriculum invidiabile.
Ha vinto il Leone d’oro al Festival del Cinema di Venezia (giuria presieduta da Tarantino): era una speranza in più rimasta anche questa inattesa.
Trama (da wiki): Johnny Marco è una famosa star del cinema americano che vive nel leggendario Chateau Marmont Hotel. In un cameo Benicio del Toro (nel ruolo di sé stesso) durante un breve viaggio in ascensore rivela a Marco che la stanza in cui alloggia è quella in cui lui ha conosciuto Bono Vox. Le sue giornate sono occupate da alcol, donne, macchine veloci e folle di fan. Rinchiuso nel mondo artificiale dello spettacolo Johnny perde il contatto con la realtà fino a quando non si trova a doversi prendere cura della figlia undicenne Cleo. Con lei si recherà in Italia per ritirare il Telegatto. In questa scena compaiono anche Maurizio Nichetti, Simona Ventura, Nino Frassica e Valeria Marini nel ruolo di se stessi, ovvero regista, presentatori e showgirl della manifestazione.”
La scena dei Telegatti è davvero pessima (ma forse all’estero ci vedono così), spero che non sia per questo che abbia vinto il Leone d’oro.
Se vi capita consiglio vivamente di evitarlo: che delusione e che noia! La canzone scelta oggi invece merita di essere ascoltata.
Da leggere ascoltando Michael Bublè in “Hollywood”
Questo post partecipa alla rubrica BUIO IN SALA, mercoledì cinematografico di Mamma F & Mamma C di Nati per delinquere. Grazie e buona visione.