Quest'oggi sono attesi a Bujumbura, capitale del Burundi, 33 rappresentanti dell'Onu per tentare di dare vita a prove di dialogo con il nuovo governo del Paese africano, insediatosi dopo la terza elezione consecutiva di Pierre Nkurunziza alla presidenza.
Elezione per altro avvenuta con una modifica arbitraria della Costituzione.
L'intento del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è quello appunto di riportare la pace in un contesto di pesanti violenze d'ogni genere, come si è già detto più volte, proprio tra governativi e forze politiche dell'opposizione.
Violenze che si ripetono giorno dopo giorno, specie dopo gli attacchi da parte dell'opposizione ai campi militari di Bujumbura l'11 e il 12 novembre scorso.
Infatti, esattamente il 12 novembre passato, il Consiglio di Sicurezza,informato nei dettagli degli accadimenti, aveva domandato e preteso dagli uomini di Nkurunziza che si mettesse fine a quanto stava avvenendo.
Ecco perché l'incontro si presenta irto di enormi difficoltà in quanto,da parte dei governativi non c'è stata allora e non c'è risposta attualmente, pur essendo gli uomini della missione Onu dotati di più che attendibile documentazione, che certifica l'intensificarsi di violenze anche contro civili indifesi, che poco o nulla hanno a che vedere con il cambiamento politico dei vertici.
Testimoni locali parlano apertamente di genocidio in corso e non sono affatto lontani dalla verità.
Attendiamo gli sviluppi delle prossime ore nella speranza che qualcosa possa cambiare e in positivo sopratutto per il popolo del Burundi,che non merita quanto è accaduto e, purtroppo, continua ad accadere.
Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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