Posted 17 gennaio 2014 in Bulgaria, Slider with 1 Comment
di Kaspar Hauser
La Bulgaria sta scomparendo. Il paese più povero dell’Europa unita continua a segnare record negativi, questa volta però non si tratta di corruzione, criminalità o disoccupazione, ma di una cosa che è in certa misura correlata: la natalità. Secondo i dati di un rapporto elaborato dal Centro nazionale di politica demografica, nel 2013 i neonati sono stati il 6% in meno rispetto all’anno precedente, mentre l’età media della popolazione ha raggiunto i 43 anni.
Questo dato si deve collegare all’emigrazione dei più giovani che vanno all’estero in cerca di lavoro e opportunità. Per chi resta c’è da far quadrare i conti e la situazione economica è un forte disincentivo alla procreazione. Non a caso la popolazione bulgara è diminuita nel corso degli ultimi anni raggiungendo gli attuali 6,9 milioni di abitanti. Due milioni in meno in venticinque anni, ovvero dalla caduta del regime comunista ad oggi.
E’ un dato che fa riflettere. Venticinque anni di “democrazia” in salsa bulgara (fatta di nepotismo, corruzione, insicurezza diffusa, predazione delle ricchezze da parte di oligarchie politico-criminali) sono stati meno ‘rassicuranti’ di quarant’anni di regime? L’idea che una società ha del futuro determina le scelte procreative. La Bulgaria di oggi non offre alcun futuro ai più giovani.
L’attuale composizione etnica della Bulgaria vede 5,7 milioni di bulgari, 1,3 milioni di rom, 800 mila turchi e circa 100 mila di altre etnie. Tra vent’anni – spiega il rapporto – i bulgari si ridurrebbero a 3,1 milioni, i rom arriverebbero a 1,8 milioni, i turchi rimarrebbero circa 800 mila mentre i rappresentanti di altre etnie diventerebbero ben 300 mila. Una Bulgaria sempre meno bulgara. Intanto già si registra lo spopolamento delle campagne, con un danno anche per il settore agricolo.
Il dato di invecchiamento della popolazione pone il paese al terzo posto dopo Italia e Germania. Tra vent’anni un terzo della popolazione avrà più di 65 anni. Una tendenza da invertire agendo in fretta. Resta da vedere se la classe politica attuale sarà in grado di farlo.
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