Bullismo: guardie giurate sui bus

Non so se considerarla eccessiva o invece necessaria questa iniziativa dell' Azienda di Trasporti di Verona (ATV): mettere, cioè, una guardia giurata all'interno dei bus. Due i motivi che hanno spinto a questa decisione: ridurre il fenomeno antievasione dei biglietti sui mezzi pubblici, del resto molto limitato a quanto dicono e, soprattutto, contrastare il bullismo e l'aggressività di certi branchi. I branchi sono quelli di adolescenti, sempre meno controllabili e sempre più senza freni inibitori.La violenza giovanile è una delle conseguenze di un minor controllo parentale? Oppure è la conseguenza della nostra società, in generale più violenta e meno autoritaria? Il bullismo non è un fenomeno solo dei nostri giorni, e così pure l'aggregazione in bande, in gruppi. E' l'allargamento delle cose che si ritiene lecito fare  che preoccupa, anche se la stupidità di certi comportamenti non appartiene solo ai nostri tempi, ricordo per esempio il lancio di massi dai cavalcavia.E così non so decidere se le guardie giurate sono un buon sostituto del controllo degli adulti. Non vorrei che spingessero all'esclusione più che all'inclusione. Tutti i comportamenti sanzionati dalla guardia giurata creano l'ambiente nel quale si riconoscono e si identificano i trasgressori. Da una parte un tipo di società, quella dei controlli delle guardie, dall'altra parte l'altro tipo di società, di quelli che trasgrediscono.  In più, potrebbero essere un alibi per i genitori, che alla fine si sentirebbero dispensati dall'essere più severi o più autorevoli.Per fortuna che poi, attraverso la mediazione delle strutture scolastiche, si cerca non solo di punire ma anche di comprendere e far comprendere:

Devo però sottolineare che in alcuni casi abbiamo ottenuto una preziosa collaborazione da parte dei dirigenti scolastici, che ci hanno aiutato ad individuare i responsabili dei gesti ed hanno saggiamente trasformato questi sgradevoli episodi in momenti formativi, coinvolgendo e responsabilizzando anche le famiglie.

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