Magazine Opinioni
E' in questa fantastica occasione che per la rubrica "L'angolo dell'economista" vorrei inugurare un piccolo ciclo di cinque puntate che compariranno ogni tre giorni sul blog. Sono tratte da un unico testo diviso in capitoli, ma una suddivisione alleggerirà decisamente il compito! Esse non pretendono nè di essere esaustive nè facilmente accessibili, ma forniscono sicuramente un quadro della situazione (ma ci accontentiamo anche di un'idea vaga dai). Il testo è di Alberto Bagnai, professore universitario di economia che gestisce anche un blog (Goofynomics), ed è stato pubblicato su http://www.costituzionalismo.it col titolo di Crisi finanziaria e governo dell'economia. Le note rimandano direttamente a quelle del sito. Oggi la prima parte.
1.Introduzione
Accolgo con vivo piacere l’invito a contribuire a questo numero dedicato al governo del sistema monetario europeo e internazionale. Se posso permettermi un po’ di leggerezza, mi solleva il fatto che qualcuno sia ancora interessato a raccogliere le opinioni di un economista, in un periodo nel quale la scienza economica è particolarmente discreditata per non aver saputo prevedere lo scoppio della crisi, e per non averne saputo scongiurare le conseguenze. Non credo che questi rilievi siano del tutto corretti: esempi illustri di analisi “profetiche” non mancano. Ammetto però che da qualche tempo gli scambi più proficui su questo tema mi capita di averli con studiosi esterni alla mia professione: storici, geografi, giuristi. Questo dipende in parte dal mio percorso, che mi rende insofferente verso l’omodossia economica (non chiamerei “ortodossia” il cosiddetto pensiero mainstream, che è certamente unanime - omos - ma, visti i risultati, probabilmente non del tutto corretto - orthos). I benefici di questi scambi interdisciplinari dipendono però soprattutto dal fatto che essi costringono a riorganizzare le proprie categorie, a cercare nuove strade di trasmissione del proprio sapere “tecnico”, a reagire a stimoli imprevisti. Un esercizio utilissimo, da compiere con umiltà e con quel senso di responsabilità che deriva dal costituirsi rappresentante della categoria verso un mondo “esterno”. [...] Articolerò il tentativo in cinque paragrafi. Nel secondo valuterò la compatibilità dei principali “fatti stilizzati” che descrivono il funzionamento del sistema finanziario mondiale con alcuni principi basilari del pensiero economico. Nel terzo li rileggerò alla luce dell’analisi keynesiana dell’instabilità dei mercati finanziari, illustrando poi le tappe della controriforma teorica che ha portato ad affermare la superiorità delle regole fisse sugli interventi discrezionali in politica economica: una controriforma che costituisce in qualche modo il sostrato della costruzione europea, tutta regole e parametri. Nel quarto mi concentrerò sulle criticità determinate dalla struttura asimmetrica del sistema monetario internazionale. Nel quinto studierò la relazione fra alcune regole proposte dal Trattato sull’Unione Europea e la cosiddetta crisi dei debiti “sovrani”. È segno di buona volontà e onestà intellettuale concludere un lavoro indicando prospettive. Ci proverò nel paragrafo di conclusioni.
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