Che cosa brutta, quando festeggi il tuo compleanno e qualcuno, chiuso nella suo accidioso egoismo, non solo non festeggia con te, ma ti detesta chiaramente e anche se non te lo dice ti augura ogni male, spera insomma, che ogni boccone di quella torta ti vada in veleno, come pensa che in fondo ti meriti. Pazienza, vorrei lasciarlo solo nella sua tristezza, anche se lo invito volentieri alla mia festa.
A me invece l'appartenenza fa gioia e non esclusione. Anche perchè ogni "far parte di" mi dà un orgoglio ed una particolare ragione di essere felice. L'essere Alessandrino mi dà una dolce malia, forse provocata dalla nebbia bagnata che sopisce le asperità e lascia il tempo di riflettere; l'essere Piemontese mi mi aiuta a mantenere un ragionamento pacato, a non esagerare al di là del reale sentimento, cercando più di celarlo che di esternarlo esageratamente; l'essere Europeo mi fa considerare la fortuna di possedere, ormai innato geneticamente, il germe del dubbio, la disponibilità ad esaminare anche le ragioni degli altri, a dare per scontata una socialità mutua e imprescindibile alle società civili; l'essere uomo e dunque cittadino del mondo, mi dà la gioia di appartenere ad una tribù globale che trae vantaggio solo se tutti hanno la possibilità di migliorare le loro condizioni.
Infine essere Italiano è insieme orgoglio e consapevolezza di un evento fortunato, per quello che sta alle mie spalle. Mi fa certo di avere con me tutta la cultura mediterranea, mediata dalla forza di un impero che ha dettato i pilastri del diritto e che ha gettato le basi del sapere e delle arti che ne sono oggi il maggior concentrato al mondo e a cui tutti fanno riferimento quando si parla di bellezza, di stile e di piacevolezza di vita. Che piacere essere Italiano. Davvero non credevo che nella mia vita sarei rimasto preda di sentimenti che ho sempre considerato un po' vuota retorica. Non pensavo che un giorno avrei appeso sul mio balcone una bandiera che non ho mai avuto voglia di esporre durante i campionati del mondo, quando avrebbe avuto molta compagnia, certamente molta di più di oggi, quando si guarda attorno un po' spaesata a cercare qualche sorella, ma poche ne vede e un pochino forse si intristisce. E pensare che proprio da qui, ad Alessandria a poche centinaia di metri da me, nella Cittadella nel 1821, fu esposta per la prima volta in questa forma da ragazzi di venti anni che ci credevano e, davvero sembra incredibile dirlo oggi, erano disposti a dare la vita per questa idea, e molti lo fecero davvero. Chissà come la prenderebbero al vedere il paese di oggi.
Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
diceva l'uomo che forse più ci rappresenta in tutti i chiaroscuri. Ma bisogna mettere da parte questi sentimenti negativi, oggi vuole essere un giorno sereno e non voglio intristirmi guardando la parte mezza vuota. Per questo motivo voglio farti tanti auguri, Italia, vedrai che in qualche modo ce la faremo e mi piacerebbe che tutti voi che mi leggete vi uniste a me in un brindisi ideale, per chi vuole litigare ci sarà tempo domani oppure, se crede, vada pure al bar, che il caffè glielo offriamo lo stesso. Buon Compleanno Italia.
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