Magazine Società

Buon compleanno alla banca del seme vegetale

Creato il 17 dicembre 2010 da Lalternativa

”Tutte queste risorse genetiche vegetali, tutta questa agrobiodiversita’, sono il nostro passato che ci permette di costruire il nostro futuro”. Cosi’ il direttore dell’istituto di Gentica vegetale del Cnr di Bari, Domenico Pignone, ha sintetizzato l’importanza della banca di semi vegetali che oggi feteggia i suoi primi 40 anni di attivita’ nel corso dei quali ha raccolto, in Italia e nei Paesi del Mediterraneo, piu0 di 80mila campioni di semi.

”La nostra banca di germoplasma – spiega Pignone – e’ la quarta al mondo, in ordine cronologico, ad essere stata costruita. La prima fu costruita in Russia da Nicolaj Vadivov che e’ stato lo scienziato che ha inventato qusta tematica; poi fu la volta di Germania, Usa e Italia”. ”La nostra – ha ricordato – e’ nata negli anni ’70 ed e’ stata pensata come riferimento per l’intero Mediterraneo: ha collezionato circa 80mila campioni”. Tra le scoperte dello staffi di studiosi che lavora nella banca, il direttore ricorda ”quando, negli anni 90 in Albania, per conto della Fao abbiamo raccolto il germoplasma albanese a rischio di erosione a causa dell’nvasione di pratiche agricole occidentali”. ”Questo istituto – sottolinea – ha portato in Italia la cultura delle risorse geentiche, della biodiversita’. Noi siamo quelli che hanno riscoperto il farro in Appennino. I primi che si sono occupati di rucola selvatica. Abbiamo scoperto la melanzata rossa che poi e’ diventata un Igt, e abbiamo scoperto i mugnoli del Salento”.

Per Pignone, ”l’agricoltura moderna e’ basata sulla uniformita’: la necessita’ di avere prodotti uniformi in tutte le zone del Paese – spiega – mette a rischio la biodiversita’ che invece e’ essenziale sia per l’identita’ culturale del tettirorio ma anche per la nostra dieta. Un altro elemento, che ha piu’ valore scientifco – aggiunge – riguarda il fatto che queste collezioni di germoplasma e’ come se fossero una grande apparecchiatura, un sincrotone, che ci permettono di studiare i processi fisiologici delle piante, come vengono prodotte le sostanze utili all’uomo, e poi sono un serbatoio di geni unico per costruire le piante del domani”. ”Per esempio – rileva – per realizzare piante resistenti ai cambiamenti climatici, o se i gusti dei consumatori cambiano, e vogliono il grano rosso, noi tra questi geni troviamo la possibilit’a di fare il grano rosso”.

”Per capire l’importanza di questa banca – ricorda il direttore – basti pensare che negli anni Venti una malattia distrusse i raccollti di mais degli Usa. Ma da una sola varieta’ di germoplasma che avevea un particolare citoplasma resistente a questa malattia, il citolasma T, sono state sviluppate tutte le varieta’ moderne di mais che ora si trovano non solo negli Stati Uniti ma in tutto il mondo”. ”Noi – ha continuato – siamo stati i primi al mondo a utulizzare la tecnologia del grande freddo”; infatti ”per la loro conservazione, i semi vengono disidratati e conservati a zero gradi per la attivita’ ordinaria come la rigenerazione e gli studi di ogni tipo; mentre a meno venti gradi si trovano i semi conservati a lungo termine”. Per quanto si possono conservare? ”A lume di naso – conclude – ogni dieci gradi di temperatura in meno e ogni grado di umidita’ in meno, raddoppiano la vita del seme: quindi in linea teorica li possiamo conservare per centinaia di anni”.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :