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“Buon Compleanno Boa!” di Jeanne Willis e Tony Ross, Il Castoro

Da Federicapizzi @LibriMarmellata

buoncomplboaJeanne Willis e Tony Ross, coppia autoriale ben rodata della letteratura per l’infanzia, tornano nelle librerie italiane con un nuovo albo pubblicato come di consueto dalla casa editrice Il Castoro.
Ai loro celebri personaggi animali, tanto amati dai bambini che facilmente si rispecchiano nei loro bisogni emotivi, si aggiunge un simpatico boa, un tipo di bestiola non molto frequente nei libri per piccoli.

Il serpente, infatti, inquieta un poco, non molti autori hanno avuto il coraggio di inserirlo tra i loro eroi (come non citare “Crictor“, il buon esotico tuttofare nato dalla tavolozza di Tomi Ungerer?) ma qui suscita sicuramente poca paura e tanta simpatia e, soprattutto, si fa perfetto interprete della profonda necessità che hanno i bambini di essere visti e considerati nelle loro peculiarità, così diverse e specifiche negli uni e negli altri e così bisognose di essere riconosciute.

E’ il compleanno di Boa e, come accade sovente ai cuccioli umani, il piccolo è in trepidante attesa dei festeggiamenti. La torta è pronta, la candelina accesa e un variopinto cappellino a cono svetta sul capo dell’animaletto. Mancano solo gli amici che presto arriveranno portando, come è tradizione, i loro doni.

Giungono ad uno ad uno gli animali ma le speranze di Boa paiono destinate ad essere infrante.
Il gran pacco sostenuto dalle braccia forti di Orango, infatti, ha una forma piuttosto inequivocabile.

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Ma, ahimè, un pianoforte, con tanto di coda, è sicuramente un dono prezioso ma poco utile per chi, come il piccolo serpente, non ha mani né dita. Una lacrima scende sulle squame del cucciolo ma la mamma, dolce e accogliente, lo rassicura.

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Andrà meglio col prossimo. E invece no: scimmia, pur notoriamente furba, regala un paio di occhiali da sole alla moda. Ma come può indossarli chi non ha né orecchie né naso per sostenerli?

Boa, beneducato, ringrazia ma è chiaro che la delusione sta prendendo rapidamente il posto della gioia.
L’abbraccio della mamma nel quale nascondere i lacrimoni è ancora la medicina più efficace e si può rinfocolare qualche scintilla di fiducia.

E’ interessante mettere in luce la figura di mamma serpente: serena, rassicurante, affettiva, calda, mai invadente, pronta a calmare l’animo del suo piccolo senza, per ansia, sostituirsi a lui. E’ un ottimo modello genitoriale, capace di far riflettere un lettore adulto attento e di far sentire accolto e confortato nel suo stato d’animo un giovanissimo lettore che si sta immedesimando, come è facile accada, con Boa.

Non c’è nulla da fare. Gli amici sfilano ad uno ad uno, rimpinzandosi anche di torta e indossando i gadget della festa, ma di regali azzeccati manco l’ombra. Muffole per chi mani non ne ha, spazzole per chi non è coperto da nemmeno un pelo e, dulcis in fundo, un bel pallone per chi non potrebbe calciarlo neanche volendo.

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Ogni animale pare essersi mosso, nell’acquisto, soltanto in base ai propri interessi e alle proprie specificità. Nessuno mostra invece di aver davvero “visto” il festeggiato, di aver considerato cosa davvero avrebbe potuto essere nelle sue corde.

I piccoli lettori sono invitati non soltanto a rispecchiarsi nei sentimenti e bisogni emotivi del protagonista, ma anche a riflettere sui comportamenti degli amici. Dolcemente, con humor e senza essere guidati da alcun monito pedante, possono ripensare alle proprie consuetudini nei confronti degli altri, quando sono chiamati a fare un dono o ad offrire qualcosa ad un coetaneo.

Fatto è che il compleanno di Boa pare essere un completo fallimento. Partecipiamo accorati al dispiacere del piccolo serpente senza però precluderci il conforto di una risata, soprattutto quando lo vediamo deformato nella sua sinuosa silhouette per aver ingoiato, secondo le ben note capacità della sua specie, gli inutili regali.

C’è solo un ultimo invitato ed è il minuscolo stercorario. E cosa ci si può aspettare da lui se non, come prevede Boa stesso, una montagna di ci-siamo-capiti-cosa?
Ma come cantava già Fabrizio De Andrè – dai diamanti non nasce niente dal letame nascono i fior – dal dono dell’amico insetto possono arrivare soprese inaspettate e graditissime…Proprio quello che il serpentello, e forse anche la sua mamma, avevano sempre desiderato.

Infondo che l’apparenza non possa che ingannare, che le speranze non vadano mai perse e che le necessità emotive possano essere infine accolte è un bel messaggio da passare ai bambini lettori. Rassicurante, positivo, per guardare agli altri con quel pizzico di fiducia che male non fa.

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Gli autori hanno scelto di aggiungere al racconto due pagine finali con quella che si potrebbe definire la morale della storia. Ma alle parole che paiono alzare un poco il ditino si affiancano tavole talmente buffe e improbabili – ma allo stesso tempo argute – da rovesciare qualsiasi posa didascalica.
E infondo lo sappiamo bene che le nonnette, da Tomi Ungerer in poi, adorano i serpenti e ne apprezzano le doti…o no?

Ovviamente la pseudo-morale è un gioco e un pretesto, l’efficacia dell’albo risiede in ben altre caratteristiche e mi auguro che nessuno cerchi di usare questo libro “per insegnare ai bambini ad accettare di buon grado i regali che non piacciono” o per tutte le variazioni possibili sul tema.

Un’opera fresca, sorridente, dallo humor tenero, agile e animata nel testo come nelle illustrazioni. Frutto queste ultime della maestria di Tony Ross, sempre impareggiabile in allegria, vivacità e sintonia con l’animo infantile.

(età consigliata: dai 3 anni)

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