Sembra proprio che solo i migliori lasciano un impronta nella storia pur essendo piccoli e sfortunati come Calimero. E così, Calimero, nato dalla genialità dei fratelli Nino e Toni Pagot e di Ignazio Colnaghi (che gli ha prestato anche l’impareggiabile vocina), festeggia in grande spolvero i suoi primi 50 anni di vita “animata”.
Timido, tenero, maldestro, sfortunato e vittima di ingiustizie, il pulcino con il guscio d’uovo in testa apparve per la prima volta il 14 luglio del 1963 in uno spot di Carosello, sul primo canale della Rai, per pubblicizzare un detersivo che… “Ava, come lava…“.
A partire dal nome, che si presta alla rima con «nero» ma non è un’invenzione qualsiasi: prende spunto dalla basilica di San Calimero, nel centro storico di Milano, dove Toni Pagot si sposò. Un nome insolito, comunque, che rimane impresso. La sua storia evoca la fiaba del Brutto anatroccolo.
Nino Pagotto (Venezia, 6 marzo 1908 – Tokyo, 1 gennaio 1972), è stato un fumettista e animatore italiano.
Nato a Venezia, si trasferì a Milano durante la prima guerra mondiale. Dopo aver frequentato un istituto tecnico, sul finire degli anni venti iniziò a disegnare per varie riviste italiane, tra cui Attorno al fuoco, rivista scout, per Il Corrierino e per Il Giornale delle Meraviglie.
Successivamente prese il posto di Antonio Rubino alla direzione artistica di Balilla e lavorò come illustratore anche per Tarvaso, Guerin Meschino e L’Audace, oltre che per Argentovivo!. Collaborò anche con l’editore fiorentino Nerbini sulla prima testata di fumetti disneyani al mondo: il Topolino formato giornale.
La notorietà di Calimero è molto elevata per tutti gli anni sessanta e almeno fino alla metà degli anni settanta, tanto da far entrare nel lessico collettivo sia il nome del personaggio, sia alcune frasi celebri come “Eh, che maniere! Qui tutti ce l’hanno con me perché io sono piccolo e nero… è un’ingiustizia però“.
Oltre alle storie originali di Carosello, con questo personaggio sono stati realizzati 290 episodi a colori, doppiati in diverse lingue. Carosello è stato un programma televisivo italiano andato in onda sul Programma Nazionale e poi sulla Rete 1.
Consisteva in una serie di filmati (spesso sketch comici sullo stile del teatro leggero o intermezzi musicali) seguiti da messaggi pubblicitari. Il rigido format di Carosello fu congegnato in maniera da funzionare impeccabilmente.
Carosello non era e non poteva essere solo un contenitore di messaggi pubblicitari: erano predeterminati il numero di secondi dedicati alla pubblicità, il numero di citazioni del nome del prodotto, il numero di secondi da dedicare allo “spettacolo”, la cui trama doveva essere di per sé estranea al prodotto. Per una legge allora vigente non era concesso fare della pubblicità all’interno di alcuno spettacolo televisivo serale, ma anche prima di un intervallo di novanta secondi dall’inizio del medesimo
A cinquant’anni dal debutto di Calimero sul piccolo schermo in bianco e nero della tv degli italiani, il Future Film Festival di Bologna (in programma fino al 17 aprile).
L’omaggio, a cura di Mario Serenellini, propone una ricca antologia che ripercorre le tappe più importanti della storia (anche grafica) del personaggio, attraversando mezzo secolo di storia del cartone animato: dai primi spot del ’63 alle serie post-pubblicitarie
Tutt’oggi l’immagine di Calimero è molto usata nel mondo pubblicitario, si realizzano cartoline, cartoni animati e film. Si può dire che un piccolo pulcino è diventato un mito. Auguri Calimero!
Written by Rosario Tomarchio