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Buon compleanno Nanni

Creato il 18 agosto 2013 da Af68 @AntonioFalcone1

hghghtyhjutrur“(…) Questo è un metro, vedi?”
“.
“100 cm”.
100 cm …
“Oggi è il tuo compleanno, auguri!”
Grazie!
“Però è parecchio che non fai un film …”
Ma sono successe cose più importanti, è nato Pietro …
“Sì, sì, però cerca di stringere … Quanti anni è che vuoi vivere? 70, 75?”
80!
“80… Allora, tolgo 20… E questo è 80… Oggi compi 44 anni, quindi debbo andar giù fino a qua … Ecco guarda, questo è quello che resta … Auguri, eh, comunque…”
Ma … Come…
Ma no 80! Che stupido, che senso ha 80… Volevo dire 95! 95 anni volevo dire … Mi ha preso in contropiede… 80 meno 44, 80 meno 44… Devo filmare quello che mi piace, non le cose brutte…
Gli stilisti espongono le loro collezioni in un museo di Firenze? E perché devo andare a filmare? C’ è una pazza che si mette in mostra con le sue operazioni di chirurgia plastica dentro un museo? E chi se ne importa! I ritagli che ho accumulato in più di vent’anni solo perché mi facevano arrabbiare … Via! Tutto via!
(…)”.

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Dialogo tra Nanni Moretti ed un suo amico, poi monologo interiore, tratto dal film Aprile (‘98 ): l’inevitabile senso del tempo che passa, tra le “merendine di quand’ero bambino che non torneranno più” (Palombella Rossa,’89) e la consacrazione dello status di “splendido quarantenne” (Caro Diario, ‘93).
E da domani per Nanni gli anni saranno 60, mentre in termini di realizzazioni filmiche ne sono trascorsi già due da Habemus Papam, in attesa del suo prossimo lavoro (al momento il titolo risulta essere Margherita), e ben 37 dal primo lungometraggio, Io sono un autarchico, girato in super8 (stessa modalità dei corti d’esordio, La sconfitta, Patè de bourgeois, ’73 e Come parli frate?,’74), proiettato al Filmstudio di Roma, portato a 16mm dopo il grande successo di pubblico e critica, distribuito dall’Arci sul territorio nazionale (sempre cineclub o sale d’essai) ed infine trasmesso dal secondo canale Rai.

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Uscito in un periodo in cui la commedia all’italiana era ormai incartata su se stessa, Io sono un autarchico ancora oggi risulta alla visione un film dirompente, al limite dell’arroganza, capace di rappresentare criticamente, e con toni autoironici, la generazione del dopo ’68 e degli anni ’70, dalla forte connotazione politica, fra inconcludenza e scarsa capacità analitica.
Al costruire qualcosa di valido nella vita, ad iniziare dai rapporti umani, si preferisce la chiusura in un personale castello dorato (l’autarchia del titolo si riferisce anche alla sfera sentimentale e sessuale), il distacco dalla realtà per arroccarsi in un fondamentalismo ideologico, fuggendo da tutto e da tutti, disperdendosi nei meandri di una presunta superiorità, sino a giungere alla placida accettazione dell’integrazione uniformante senza colpo ferire.

Nanni Moretti

Nanni Moretti

Tutto ciò da cui Nanni è riuscito in qualche modo a distaccarsi, dando forza alla sua voce critica, dapprima tramite l’alter ego Michele Apicella e poi in prima persona (il citato Caro Diario) così da divenire nel tempo, per quanto amato o odiato in uguale misura, uno dei più rappresentativi autori cinematografici.
Film dopo film si è imposto a livello mondiale, mantenendo quelle caratteristiche di “diversità” proprie della sua produzione sin dagli esordi, esternate anche nei settori produttivi e distributivi, nella consueta dicotomia tra assenza ufficiale ed impegno concreto (“Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”, Ecce bombo, ’78), che poi, a parere di chi scrive, è l’essenza più affascinante del nostro “splendido sessantenne”, senza dimenticare lucidità e lungimiranza.

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