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Buon Compleanno, Papà

Creato il 24 gennaio 2016 da Sunday @EliSundayAnne

Sono in Cambogia.

Per chi non lo sapesse, sono andata via dall’Oman perché non ero felice. Ho preso e me ne sono andata.

Ora sono a Phnom Penh dalle suore della missione in cui avevo fatto volontariato per un anno, nel 2009.

Sono felice.

Sono le tre di notte, mi sono svegliata per un vento fortissimo che mi alza le tende della finestra e fa stranamente fredddo. Mi sono alzata per prendere una coperta dall’armadio, qui che di solito si suda anche di notte.

Il vento muove gli alberi e fa un po’ paura. Vi è mai capitato di avere paura come i bambini, di notte col vento che soffia? Quarant’anni e ho paura del vento. Roba da pazzi.

Cambogia Phnom Penh

Ieri a casa dei miei genitori hanno festeggiato il compleanno di mio papà. Il suo compleanno sarebbe martedì, ma da noi si festeggiano sempre la domenica. Anche se compi gli anni di sabato, si festeggia la domenica.

Mio papà compie ottantadue anni e ne dimostra sessanta. Tre infarti, il dottore gli ha detto di stare tranquillo e lui gli ha riso in faccia. E’ sempre nell’orto con un motozappa tra le mani, la vanga, la pala o il tagliaerba. Dice che ha il colesterolo alto, e poi mangia cioccolata di nascosto.

Mio papà è fatto di ferro, come sua nonna che morì a cent’anni – quella del cui viso io sono la fotocopia – e suo papà a novantatré.

Ho fatto tutto un cinema per fargli recapitare a casa una pianta: grazie al cielo ho un’amica, Monica, che è un angelo. Mi mandava la foto via whatsapp delle piante: “Quella no perché è troppo piccola, no le orchidee no perché non è capace a mantanerle in vita per più di quindici giorni, quella ce l’ha già, mica posso mandargli una pianta rosa! sì quella è perfetta, anche il vaso rosso!”.

E quando le ho detto di darmi le coordinate bancarie per pagarle la pianta, mi ha risposto di dare quei soldi alle suore.

Lei è quella che, insieme ad altri due angeli, aveva raccolto i soldi quando ero qui, sei anni fa, e Sister Florence aveva rotto il computer portatile. Dopo due settimane ho ricevuto i soldi per il laptop nuovo.

Gli angeli esistono.

Lei lo sa, che quando fai del bene, tutto ti ritorna indietro sotto altre forme. La sua vita è tutta un dono. Infatti è felice.

Sul biglietto ho fatto scrivere così: “Buon compleanno, papà! Betta, tua figlia giramondo.” Sì, perché tutti mi chiamano Eli, pure il gatto, e lui no. Lui mi chiama Betta.

All’una mia sorella si è collegata con Imo per fare una video-chiamata e vedere la sua faccia.

E’ impagabile

La felicità nel vedere gli occhi che brillano di un genitore a cui hai fatto una sorpresa.

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Scusami, papà, se non sono quello che tu volevi. Volevi che studiassi legge o economia, e ho fatto lettere. Volevi che abitassi a dieci minuti da casa tua, e sono in Cambogia. Volevi che facessi tranquilla la maestra elementare tutta la vita, e sono quella a cui, prima che partissi per l’Oman, lo scorso novembre, avevi detto “Io non ho ancora capito cosa vuoi fare, tu, nella vita!”.

Però mi ha accettata. Dopo anni a lottare per fargli capire che io sono fatta così, mi ha accettata. Finalmente. Sarà in andropausa; saranno stati i tre infarti, non lo metto in dubbio; ma al momento siamo in pace.

Almeno fino a quando non gli dirò che la Cambogia è solo una tappa intermedia, perché la meta finale non è questa: questa è solo la tappa della rinascita, quella per risanare il cuore spezzato.

La prossima tappa sarà in un altro continente, e, come al solito, sarà mia mamma – la stratega militare, come la chiama mia sorella – l’incaricata a dirgli dove andrò. Un paese che gli farà venire i capelli dritti.

E sarà la fine della tregua.

Ma non pensiamoci adesso. Adesso godiamoci l’armonia di un compleanno in famiglia.

Perché non importa se sei espatriato, se sei lontano:

Devi sempre trovare il modo per dire a tuo papà Ti voglio bene.

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Buon compleanno, papà.

Papà

Fotografia gentilmente mandatami da mia sorella, ieri sera, in diretta. Avreste dovuto vedere la faccia sorridente.


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