È finita anche Pasqua. Qui il tempo galoppa, macina km più veloce di una locomotiva. Tra poco festeggeremo Natale e non sapremo neanche come ci siamo arrivati, forse anche perché il Natale è così…quando arriva...arriva! Questa Pasqua è stata un’altalena di emozioni, restando seduti in poltrona. A tutti gli effetti sono stati 3 giorni tranquilli, volutamente statici, e allo stesso tempo a tratti involontariamente casalinghi, ad ogni modo, volontariamente molto lontani dall’imperativo categorico di dover fare qualcosa ad ogni costo. Uno di quei momenti in cui decidi che vuoi chiuderti in casa, in te stesso e uscire solo se davvero decidi di averne bisogno e solo con chi senti di volere vicino in quel momento. Non se ne abbiano a male quelli che ho paccato in questi giorni. Ci sono momenti in cui decido che esisto solo io e se sento che le cose non stanno andando come desideravo abbandono la nave. D'altronde tendo ad essere piuttosto accomodante e a non voler mai creare disturbi o incomprensioni, mi concedo quindi qualche momento in cui decido solo per me... chi mi ama mi segua e se qualcuno non capisce, non mi importa. Ogni tanto ci vuole proprio. In questi momenti Nicola mi capisce al volo e mi asseconda abbastanza, con modi gentili cerca di ritagliarsi spazio nel mio tempo... e di solito ci riesce. Ma come preannunciavo parlando di “altalena di emozioni”, spesso te ne stai raggomitolato sul tuo divano e il mondo irrompe dalla tua finestra.
Vi ricordate the dreamers, di Bertolucci... Il film inizia dandoci un'idea molto vivida del fermento di quei giorni carichi di rivoluzione, ma quasi subito i tre protagonisti si isolano. Il racconto si sposta in casa, sui tre ragazzi, sulle dinamiche affettive, sulla loro personalissima evoluzione, finché la rivoluzione irrompe dalla finestra, come un sasso scagliato contro il vetro. Quello che sta succedendo fuori dalle quattro mura li costringe a risvegliarsi dai propri sogni ed incubi e li trascina fuori, materialmente per strada. Tutte le volte che mi ritrovo in una situazione simile, mi vengono in mente quelle immagini. E io tra sabato e lunedì sera sono stata un po’ come quei tre ragazzi. Ok chiaro, molto meno trasgressiva e decisamente imparagonabile alla protagonista, mi limito ad una similitudine delle sensazioni provate.Mentre raggomitolata sul divano difendevo un po’ di agognata solitudine, con accanto Nicola alla chitarra, sempre alla chitarra (leggerà ,quindi ci tengo a sottolineare che è un’annotazione assolutamente affettuosa), ecco che la “vita” rompe la mia finestra.Già perché anche la morte è vita, o almeno è uno dei suoi molteplici snodi.
http://www.youtube.com/watch?v=bNbTC6xLVg0 - Save me - aime mannSabato pomeriggio mentre concentravo lo sguardo al soffitto, mi arriva il messaggio di un’amica dei miei che laconicamente mi avvisa che Vilma è passata a miglior vita.Vilma è un’amica di mia mamma, prima una cliente, poi con il tempo un’amica.Non voglio certo raccontarvi nel dettaglio il suo calvario, perché è suo e perché è stato un lungo e sofferto addio a sua figlia, alla sua nipotina di un anno e alla piccola che ha visto nascere qualche mese fa. Però la sua storia è quella di una donna forte, certo non l’unica, ma credo due parole, in queste pagine spesso vuote, valga la pena spenderle anche solo per ricordarla un istante.
Quello che più mi rimane impresso... è la forza malgrado la paura.Dapprima la paura di non capire cosa stia succedendo, cosa faccia perdere peso e sonno.Poi dopo una serie di lunghi esami, il timore nel realizzare che forse bisognava che ci si attivasse molto prima.La forza nell’affrontare le prime cure, la gioia di scoprirsi nonna la prima volta e la tenacia e la forza, ancora una volta, nel far finta di niente, per riuscire a gioire di quel che veniva.La paura dell’operazione, e il terrore nell’ intuire, con il passare del tempo, che le cose non stavano andando come sperato.La gioia di riscoprire vicino l'ex marito, che nel momento in cui ha capito di rischiare davvero di perderla, ha deciso di voler lottare con lei, di essere pronto a tenerle la fronte, di non essere disposto a lasciarla andare. Un anno e mezzo, un calvario, una via crucis, “ironico” paradosso morire il giorno di pasqua.
Ho riflettuto se chiudere qui il post, oppure aggiungere qualcosa. Sebbene qualsiasi parola possa sembrare dissacrante... è pur vero che la vita continua.
E così ho fatto anche sabato.Ho scrollato dalla testa un po’ di pensieri e ci siamo inventati un dolce per la sera.Domenica nonostante l’umore stralunato, anche per gli aggiornamenti non rassicuranti sulla salute del mio carissimo zio, ho lasciato nuovamente entrare “il mondo dalla finestra”, ho accettato l’invito di Ricky ad andare a ballare.
Delle volte devi materialmente muoverti, saltare e sudare un po’ per recuperare energie. E poi comunque domani è già mercoledì, la settimana corta è un toccasana sempre che io riesca ad arrivare lucida a giovedì.Già perché nel caso ve lo foste dimenticati…giovedì ore 13.00 andrò a vedere la mia casa dei “sogni” e temo che alle 11.00 avrò un tracollo da ansia da prestazione.Non mi chiedete come mai, ma vivo questa visita all’appartamento, un po’ come un provino…chissà se sceglieranno noi!?Non ci resta che stare a vedere!