11 ottobre 2015
Il Blog di Bloody Ivy compie un anno! Buon Primo Compleanno Blog!
Era iniziato come una prova; avevo già avuto un blog anni fa ma non sapevo se fosse arrivato il momento di ricominciare, e se ora ho deciso di perseverare è grazie agli innumerevoli feedback di chi (in realtà il motivo mi resta misterioso) passa a leggermi. E con un piccolo moto d’orgoglio mi metto a pensare “un po’ allora son piaciuta, Yeahhh!“.
Grazie, grazie a tutti!
Non l’ho mai spiegato il perché del mio nick, Bloody Ivy, e il primo anniversario del blog mi pare proprio l’occasione adatta.
Ivy, Edera, è il nome che mi ha dato la mia migliore amica, il mio Socio (fra di noi ci chiamavamo così).
Ci eravamo conosciute il primo giorno di scuola media, e dopo una vita da migliori amiche (sorelle siamesi ci chiamavano perché era pressoché impossibile incontrarci separate), ci venne l’idea di festeggiare il nostro esser soci mettendo i ricordi per iscritto; un modo per rendere la nostra amicizia immortale.
Ovviamente eravamo soci scrittori e quindi fu un lavoro a 4 mani. Una “puntata” a testa in modo che ci fosse un continuum nel racconto ma con due sguardi diversi sul mondo; il mio tocco più introspettivo e la sua simpatica e distaccata ironia erano i due estremi che ci riunivano anche nella vita, per capire meglio una aveva bisogno anche della visione dell’altra.
Parlavamo di pubblicarlo una volta terminato ma usando pseudonimi. Socio non voleva comparissero i nostri nomi veri, solo così si sentiva tranquilla a scrivere veri ricordi ed esperienze e poi renderle pubbliche.
Così ci cambiammo i nomi (in realtà persino i cognomi).
Io scelsi per lei Fedra, nome mitologico, altisonante, nonché composto dalle lettere del suo vero nome e lei mi battezzò Edera.
Pensava che con l’edera avessi molti tratti in comune. Una sempre verde ma con orari e tempi “tutti suoi” perché fiorisce in autunno mentre le piante “normali” lo fanno in primavera; le altre piante poi, per fiorire hanno bisogno della luce del sole e di tepore, mentre l’edera germoglia e fruttifica (frutti simili ai mirtilli di cui molti animali son ghiotti, ma dannatamente velenosi per l’uomo) all’ombra e al freddo. Una sorta di bastian contrario; sembra debole, senza fusto e invece è conosciuta anche come perikiosos, l’avvolgitore di colonne, capace di avvilupparsi a tronchi, colonne, case… tenace ed inarrestabile, simbolo di attaccamento e caparbietà.
Ma mi voleva bene, quindi saran stati complimenti.
Il diario irruppe sulla scena letteraria grazie ad un editore che me lo pubblicò, solo metà diario in realtà, perché la seconda parte è rimasta tutt’ora non riveduta, anzi incompiuta. Socio applaudì all’evento da un’altra migliore dimensione, portata là da un inesorabile male.
Non ne ho mai fatto pubblicità, l’entusiasmo era frustrato dal fatto che l’avessi persa; in più ero rimasta disgustosamente perplessa dal comportamento di scrittori “fai da te” (gli autopubblicatori) nelle mie amicizie che, fino a poco prima della pubblicazione traboccavano di complimenti teneri e untuosi (shiny as a bloody ball of butter), “ma come scrivi bene”, e un attimo dopo, in preda ad evidenti crampi d’invidia, avevano cominciato coi loro schizzi di veleno (bloody vipers!).
Era ingiusto, a loro dire, che un diario per ragazzine adolescenti, avesse trovato un editore e il loro lavoro, un Bildungsroman senza ombra di dubbio, se lo dovessero pubblicare in proprio.
Bloody writers miserrimi, probabilmente dimentichi che persino i libri i Geronimo Stilton vengono preferiti ai loro masterpieces diedero in quella occasione, il peggio di sé. Per me fu solo l’ennesima conferma che, il mio comportamento da misantropo ha i suoi validi perché.
Probabilmente sarò stata anche fortunata ma, intanto non ho bussato a tante porte, credo di aver spedito il lavoro a 5, 6, forse 7 arrotondando per eccesso, limitandomi ai pochi che pubblicavano tematiche simili al nostro lavoro. Inoltre ho accettato il primo contratto (capestro) propostomi: 1000 copie di cui i profitti delle prime 500 erano per rientrare nelle spese e il resto, praticamente anche, nonché mi incatenavano a loro con anni e anni e anni di diritti d’autore. L’ho sempre raccontato ma, non c’è niente da fare, l’invidia in molti è una bestia indomabile, bloody envy!
Ho portato a termine il desiderio e la promessa scambiata con il mio Socio e il libro, qualche anno fa, è stato letto anche da sua figlia, che Socio ha dovuto lasciare su questa infelice Terra (a bloody awful place) quando era ancora in età prescolare. Ed è stato questo il nostro maggior successo.
Ovviamente non ci sono più copie reperibili e devo attendere ancora un po’ prima di poterci fare quel che voglio io, come renderlo disponibile in pdf, magari stavolta non solo la prima parte ma finalmente riveduto e completo.
Probabilmente lo farò. Qui un paio di pagine scritte da Fedra.
In realtà non esiste una traduzione univoca per bloody.
Fa capire che ci siamo meravigliati a constatare quella cosa e vogliamo enfatizzarla nel dirla. E’ un intensificatore universale, adatto per le imprecazioni che le amplifica senza trasformarle in volgarità, ma non solo.
Bloody hell! è Capperi!, Dannazione!, Cavolo!, Caspita!, Per Zeus!, Orcodiavolo!, Perbacco!, Maledizione!, Accidenti!, Per i baffi a torciglione del perfido Gatto Mammone! direbbe Geronimo Stilton…
Where the bloody hell are you? dove diavolo sei?; Bloody friend! amico del cavolo; Bloody useless! del tutto inutile; You are a bloody idiot! sei un maledetto idiota; I’m a bloody genius! sono incredibilmente geniale; That’s no bloody good! non va bene per niente; Bloody drunk! ubriaco fradicio; It was a bloody good game! E ‘stata una grandiosa partitona!
Si dice che lo usasse Elisabeth I per riferirsi alla sua, non proprio amata sorella, Mary, accusata della persecuzione verso i protestanti.
Insomma, mi piace la versatilità del termine!
Sì, c’è anche la leggenda metropolitana di Bloody Mary, dove si dice che mettendosi a mezzanotte, al buio ma con una candela accesa, davanti allo specchio, e pronunciando tre volte “Bloody Mary! … Bloody Mary! … Bloody Mary!…“, ci si potrebbe ritrovare a faccia a faccia con lo spirito evocato. E sarà così spaventoso che ne resterai segnato a vita.
Ma questa superstizione non ha niente a che fare con il mio nick…
non sono Mary, sono Ivy, Bloody Ivy e per ora non appaio come fantasma.