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Buon Primo Maggio all’insegna della salvaguardia dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori

Creato il 01 maggio 2012 da Tuttoapost

Buon Primo Maggio all’insegna della salvaguardia dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori

La Giunta provinciale deve intraprendere ogni azione utile affinché si sensibilizzi il Parlamento a non modificare i diritti minimi dei cittadini italiani sanciti dalla Costituzione e dallo Statuto dei Lavoratori e attivarsi presso il Governo italiano affinché quest’ultimo favorisca, quanto più possibile, l’estensione dell’applicazione delle garanzie previste dall’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori anche alle categorie che attualmente non ne usufruiscono e metta in atto una seria politica a favore delle famiglie, delle piccole e medie imprese, degli artigiani, dell’agricoltura e per l’ambiente in genere. E’ questo il senso dell’Ordine del Giorno, che ho depositato la settimana scorsa e che verrà discusso nel  Consiglio provinciale di Siena del 9 maggio prossimo.

Le modalità per la risoluzione del contratto di lavoro rappresentano un argomento di grandissima attualità nell’attuale contesto italiano per la volontà del Governo di rendere più facili – in genere – i licenziamenti dei lavoratori dipendenti. E’ del tutto evidente che la situazione di crisi, che attualmente sta investendo l’economia italiana in ogni settore produttivo e area geografica, ha ragioni ben diverse dalla soppressione o meno dell’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Oggi, quattro milioni di giovani precari e circa sette milioni di lavoratori occupati in aziende con meno di quindici dipendenti sono privi di qualsiasi protezione sociale. Una tale situazione di grave ed ingiustificata disparità non può essere sanata diminuendo ulteriormente le garanzie dei lavoratori ma, al contrario, favorendo la nascita di un nuovo welfare adeguato alle trasformazioni della struttura economica e dell’occupazione.

Mezzo milione di lavoratori in cassa integrazione a zero ore, con gli ammortizzatori sociali attivati nel 2008 ormai in esaurimento, significano una cosa sola: licenziamenti di massa nel breve periodo. A questo dato a dir poco allarmante bisogna aggiungere il tasso di disoccupazione reale che con gli inoccupati, si attesta ormai oltre il 13%. Questi dati allarmanti si sommano a duecentomila lavoratori di aziende che stanno entrando in crisi e trecentomila invisibili, tra dipendenti di piccolissime imprese, lavoratori autonomi e partite Iva con un solo cliente.

Alla luce di questa situazione di crisi trasversale sono convinto che la ricerca di soluzioni per i problemi reali che oggi gravano sui lavoratori, sulle imprese e sui cittadini vada effettuata su tematiche assai diverse rispetto al tema della eventuale abrogazione dell’Articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. La modifica dell’articolo 18, infatti, insieme alla riforma del sistema pensionistico del dicembre 2011, rischia di avere un ulteriore effetto devastante sul piano sociale, aprendo la via ai licenziamenti facili per tutti quei lavoratori più anziani per i quali è stata aumentata l’età pensionabile, creando un problema sociale drammatico.

La vera emergenza del nostro Paese è creare lavoro. Mettere in discussione l’Articolo 18, rischiando di generare un inutile scontro sociale di chiara natura ideologica, privo di qualsiasi concreta motivazione economica e sociale, è fuorviante e ideologico. Per questo ho  voluto impegnare la Giunta provinciale a farsi interprete nei confronti del Governo e del Parlamento di queste evidenti e gravissime criticità.



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