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Nel mio libro autobiografico "Astenersi perditempo" c'è un capitolo divertente quanto realista, dal titolo "Buona la prima", in cui parlo di quelle prime volte che diventano automaticamente anche le ultime, soprattutto per ciò che riguarda gli appuntamenti al buio. E non è detto che quelle "prime/ultime volte" siano tali per colpa di una debacle sessuale o (questo pensano gli uomini di fronte a un successivo diniego) o di ridotte dimensioni anatomiche. Anzi, spesso è proprio il contrario: la magia di quell'unico incontro risiede proprio nella sua stessa essenza: magari è stata una notte talmente fantastica da non volerla mettere a rischio con un bis che magari non sarà altrettanto fantastico. Credete forse, che nel 1970, Italia e Germania avrebbero potuto giocare una partita migliore, qualche giorno dopo quel memorabile 4-3...?