..la porta, dopotutto, rimase socchiusa..
Mettere la parola “Pausa” su una delle creature che amo più al mondo (il mio caro Diario) con un post già scritto e già pubblicato qualche giorno fa, com'era mia intenzione, non mi sembrava il modo migliore per segnare quella che sarà la vera e propria fine di una era.E allora è necessario scrivere, almeno un po'. Raccontare qualcosa, chiudere (anche se soltanto per qualche tempo) con il botto.Ogni nuovo inizio non è altro che una fine. Una porta si apre subito dopo la chiusura di un'altra, una nuova parte di noi stessi si palesa sotto le luci di riflettori troppo potenti, quelli della vita, quelli dell'esperienza, della conoscenza, dell'apprendimento. Ed ecco che quella nuova parte ci bussa alla spalla, ci dice “ehi, guardami ci sono anche io, sono proprio qui con te!”. Ti fermi, la guardi per qualche istante e capisci che, per quanto possa apparirti diversa da quella che sei, nelle fattezze, nei colori, nei modi anche, c'è qualcosa di famigliare in lei, una strana luce che conosci fin troppo bene. Perché è la tua. E allora comprendi che davanti a te non hai un'estranea: hai solo te stessa. E poi ricordi.I sogni di una bambina.I vari sarò che prendono forma effimera, quella della mente, quella del pensiero.L'immagine che viene costruita passo dopo passo, ispirazione dopo ispirazione.Cancelli tutti quei particolari riguardanti l'aspetto fisico, caratteristiche che potresti avere soltanto diventando un'altra persona, mescolando nuovamente i tuoi geni, manipolando la tua stessa carne.Rimane solo una linea essenziale.La schiena dritta di chi non ha paura. Le ginocchia sbucciate, segno di tutte quelle cadute che non sono riuscite ad arrestare la marcia di chi sa che la vita è bella proprio perché non è facile.Le labbra tirate in un sorriso beffardo di chi è pronto a tutto tranne che rinnegare sé stesso, i suoi ideali, i suoi affetti, la propria anima.I piedi ben radicati al suolo ma gli occhi sempre puntati all'orizzonte.Occhi stanchi ma inarrestabili: brillano, sperano, osservano, gioiscono.Ed anche se qualche lacrima ha rigato quelle guance bianche, anche se spesso si troverà a strisciare a terra sotto il peso di quel fardello che porta sulle spalle, andrà sempre avanti.Rimane soltanto una donna.
Mi guardo allo specchio e la vedo.Non è più un'estranea.Sono io.
Buona notte e buona fortuna a tutti.
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