La Serra Riccò che immagino è un comune virtuoso ed un’eccellenza italiana.
Gli italiani sono persone molto solidali, uno su quattro fa volontariato. Secondo un’indagine Censis promossa dalla fondazione Ozanam – De Paoli quasi il 70 per cento degli italiani aiuta persone in difficoltà, dai vicini di casa agli anziani, ai bambini; circa il 60 per cento ha versato denaro ad associazioni di volontariato; oltre il 50 per cento ha acquistato prodotti dopo aver verificato che non inquinino e che per la loro produzione non siano stati impiegati minori né siano stati violati i diritti dei lavoratori; il 26 svolge o ha svolto attività di volontariato; il 21 partecipa a progetti di adozione a distanza. Da una ricerca della Camera di Commercio di Milano emerge che un italiano su due compra etico, ossia prodotti che garantiscono rispetto per l’ambiente e per i diritti dei lavoratori. Crescono sempre di più anche i Gruppi di Acquisto Solidali e la Banca Popolare Etica nata a Padova ha già undici filiali. Perché queste notizie non vengono diffuse? Il sistema d’informazione ci inganna promuovendo un senso d’impotenza che permette a grandi imperi economici di svilupparsi oppure a una casta di politici di autolegittimarsi e perseverare nel perseguimento di interessi di parte, a discapito del benessere e della salute pubblici. Tuttavia, anche i politici non sono tutti uguali. Nei comuni virtuosi gli edifici pubblici consumano l’80 per cento di energia in meno della media nazionale, non c’è bisogno d’inceneritori o discariche perché questi comuni raggiungono l’85 per cento di raccolta differenziata con il porta a porta, ma soprattutto producono il 30 per cento di rifiuti in meno degli altri. In un Paese in cui vengono varate finanziarie che prevedono 16 miliardi di euro per l’acquisto di nuovi cacciabombardieri la vera rivoluzione deve partire dal basso: aderire a un gruppo d’acquisto equo e solidale, alla Banca Etica, alle energie rinnovabili e così via per uscire dal sistema
Tratto dall’intervento di Michele Dotti all’incontro di Teano del 26 ottobre 2010, riportato sul libro “Il suolo è dei nostri figli“, di Chiara Sasso, con interventi di Domenico Finiguerra e introduzioni di Salvatore Settis e Luca Mercalli.