di Rina Brundu. Sono momenti d’attesa. Qui in Irlanda che passino queste giornate di “innaturale” afa estiva. In Italia che cessino (userò questo verbo, va bene così) le solite baruffe-chiozzote determinate dall’ennesimo scandalo politico, di intelligence, di costume (non fa differenza). In Gran Bretagna che nasca il nuovo re. O la nuova regina. Ogni Paese ha dunque le “attese” che si merita. Per me studentessa di letteratura inglese le avventure dei monarchi britannici erano tra le più affascinanti. Naturalmente non dimenticavo che nei suoi 14-15 secoli di storia la loro gloriosa corona era stata finanche portata da qualche pazzo scatenato ma, come direbbe Sheldon Cooper, “what is life without whims?”.
E comunque negli ultimi 60 anni tale preziosa ghirlanda è stata sul capo di colei che si è dimostrata davvero “l’asset” più importante che abbia mai avuto il Regno Unito: Elisabetta II. Più grande di Vittoria e più grande persino di quella Elisabetta I, la virgin-queen, che non mi ha mai convinto troppo né ai tempi dell’università né a posteriori. Un modo come un altro per dire che tra queste tre “attese” – ci metto dentro pure la grande attesa (si fa per dire) per l’incontro Renzi-Merkel (che per certi versi ricorda il momento in cui il Premier britannico eletto va dalla regina per farsi dare l’incarico, con la differenza che Renzi non è stato ancora “eletto” da nessuno) – quella dei sudditi di Sua Maestà e l’aspettiva che mi coinvolge di più.
Ma sto divagando. Sarà questo caldo. In realtà scrivo solo per augurare buone vacanze ai lettori del sito. Rosebud non va propriamente in vacanza (chiuderà solo tra settembre e ottobre), ma, come sempre, a luglio e ad agosto diminuiranno le pubblicazioni. Dunque scrivo questa breve nota per ringraziarvi. Tutti. Indistintamente, alla maniera di Totò. Per ringraziare tutti coloro che hanno permesso a Rosebud di crescere e di farlo nella maniera in cui lo sta facendo. Finalmente questo luogo virtuale sta diventando quella sorta di sala-di-consultazione che ho sempre desiderato, con l’odd-comment ma senza il chitchat polemico che spesso agisce come elemento nefasto dentro simili contesti digitali; ad un tempo ha conservato la sua anima diversa, quella che gli permette di dare spazio a tutti, a tutte le intenzioni-scritturali, a tutte le possibilità-scritturali (cerco di non editare mai i testi, a meno che non vi siano ragioni davvero importanti per farlo!), all’intervento dotto come a quello sgrammaticato o svogliato, a quello irriverente così come a quello narciso (di solito il mio), o strafottente. Mi piace così, perché così io ho sempre teorizzato la scrittura online; che è scrittura diversa ed è figlia del “mood” del momento, quindi vive di specifiche dinamiche. Di regole sue, ben definite. Produce, di norma, risultati minimi rispetto agli standard delle scritture più meditate ma a volte è pure capace di generare straordinarie perle-da-ricordare. Come non bastasse, il sito sta diventando quella sorta di circolo-chiuso che ho sempre immaginato, dove gli autori più presenti si conoscono anche personalmente. Questo aiuta, aiuta moltissimo e aiuta a mettere il tutto nella giusta prospettiva. Oltre le favole, le cazzate (scusate, se lo scrivo), dei fantasmi e dei trolls digitali, per inciso quelli che non solo non faresti mai entrare in casa tua ma che proprio non debbono girarti attorno. Né nella vita reale né in quella digitale.
Ma dicevo che debbo ringraziarvi. Ripeto, tutti. Per cui quest’anno non farò nomi o cognomi. Farò un’unica eccezione…. che è dovuta. Ed è dovuta al professor Pittau. Onestamente mi è anche difficile esprimere in questo contesto fugace l’ammirazione che ho maturato nei mesi appena trascorsi per il professore. Anche perché io sono una per natura poco portata ad “ammirare” gli altri, e non lo faccio a meno che non abbia prova ed evidenza che tale ammirazione (per me un concetto più importante dell’amicizia, come ho già scritto, perché l’amicizia sta all’epidermide come l’ammirazione sta alle dinamiche dell’anima), è davvero meritata. Debbo anche specificare che questa fascinazione che ho maturato per Massimo Pittau non è tanto per il professore, per lo scrittore, per l’uomo di lettere, per lo spirito dotto che pure tutti noi conosciamo e apprezziamo ma è per l’uomo-tout-court. To cut a long story short.. in dieci anni di attività online non mi era mai capitato un autore che riuscisse a fornirmi più materiale di quanto io fossi in grado di pubblicare. Materiale di sostanza, variegato, informato, spesso divertente, interessante. Di più. Non mi era mai capitato di incontrare qualcuno così pieno di energia (ricordo che il professore ha più di 90 anni), active and proactive come verrebbe descritto qui, così entusiasta per le dinamiche digitali, cosciente dell’importanza che ha oggidì l’avere la propria produzione in Rete. E poi c’è da considerare la sua grande disponibilità, la precisione, la galanteria, l’indole battagliera (l’unico tratto, purtroppo per me, che condividiamo), che gli permette di non indietreggiare mai, di ribattere sempre, proponendo argomentazioni valide e spesso incontrovertibili. La sua presenza, come ha scritto lo stesso Gavino, ha lasciato un segno sostanziale su Rosebud; da questo punto di vista, debbo anche dire (e il professore lo sa perché mi sono presentata con tanto di grafici:)), che pure il sito ha dato il suo modesto contributo alla divulgazione della sua opera. E di questo sono contenta.
Spesso infatti ciò che facciamo per passione, per elezione, per svogliatezza nel fare altro, o semplicemente perché così deve andare, può generare qualcosa di buono per noi e per un nostro prossimo molto meritevole. E quel qualcosa di buono, per nostra fortuna, non sempre si misura in spiccioli. In dieci anni di attività, in tutte le attività che ho portato avanti, non poche, ho sempre pagato di tasca mia, spesso anche vedendomi sputare addosso l’aiuto dato. Ma non mi sono mai pentita. E in dieci anni di vita online rifarei tutto ciò che ho fatto – francamente rifarei tutto ciò che ho fatto pure nella vita reale – perché tutto ciò che ho fatto è sempre stato ispirato da un grande entusiasmo (anche in questo somiglio un pochino al professore) e da una grande onestà, sotto qualsiasi punto di vista. Perché per me l’onestà è prima di tutto guardarmi dentro e vedere pulito. Il resto non è neppure troppo importante. Neppure la nascita del nuovo erede al glorioso trono d’Inghilterra….figuriamoci i discorsi di Renzi con Merkel!!
Long live the King (or Queen).. and to you all… lots of love.
___________________________
The Farewell by Robert Burns
FAREWELL, old Scotia’s bleak domains, Far dearer than the torrid plains, Where rich ananas blow! Farewell, a mother’s blessing dear! A borther’s sigh! a sister’s tear! My Jean’s heart-rending throe! Farewell, my Bess! tho’ thou’rt bereft Of my paternal care. A faithful brother I have left, My part in him thou’lt share! Adieu, too, to you too, My Smith, my bosom frien’; When kindly you mind me, O then befriend my Jean! What bursting anguish tears my heart; From thee, my Jeany, must I part! Thou, weeping, answ’rest—“No!” Alas! misfortune stares my face, And points to ruin and disgrace, I for thy sake must go! Thee, Hamilton, and Aiken dear, A grateful, warm adieu: I, with a much-indebted tear, Shall still remember you! All hail then, the gale then, Wafts me from thee, dear shore! It rustles, and whistles I’ll never see thee more!Featured image, la duchessa di York Elizabeth Bowes-Lyon, moglie di re Giorgio VI e madre di Elisabetta II.
Categorised in: Attualità, Tutti gli articoli