“Buongiorno Taranto” il film-documentario di Paolo Pisanelli realizzato con il popolo tarantino e con la partecipazione di Michele Riondino prodotto dalla cooperativa sociale Big Sur e dall’Associazione OfficinaVisioni con il sostegno dell’Apulia Film Commission e di un crowfounding, presentato il 6 aprile nell’ambito del Bari International Film Festival 2014.
Si tratta di un film “polifonico” – per dirla con Michail Bachtin – che da angolazioni sempre mutevoli esprime per accumulo di voci, di piani e di punti di vista, la molteplicità delle prospettive, dei pensieri, degli approcci e delle interpretazioni del “caso” Taranto: a partire dalla tragedia dell’Ilva che ha scosso la regione ed ha spaccato l’opinione pubblica.
Da un lato gli imprenditori e gli operai che non possono e non vogliono rinunciare al proprio impiego, dall’altro le vittime dell’inquinamento: bambini, donne e uomini stanchi di guardarsi morire avvelenati, senza la certezza di un luogo dove riposare, persino il cimitero è un ambiente troppo contaminato per accoglierli.
Il filmaker può essere un ambasciatore: con il suo cine-occhio protegge i luoghi che racconta, mostra con la crudezza della cronaca le trasformazioni e le dinamiche sociali.
Taranto, così, non è più lo sfondo dove si muovono le vicende di pochi personaggi, ma la vicenda stessa: Taranto ha bisogno di qualcuno che possa prendersi cura delle sue bellezze e Pisanelli sceglie di farlo attraverso un mix di immagini proposte in qualità differenti in rapporto con gli eventi filmati, dal Full HD a momenti di riprese effettuate con il cellulare, da
Pisanelli sceglie parole e musica affidando la narrazione agli speaker di una radio nomade del borgo antico che diventa la cassa di risonanza degli umori dei tarantini.
La canzone “L’Aperitivo” è nella colonna sonora di “Buongiorno Taranto”. La musica accompagna la forza delle immagini: l’invito alla partecipazione attiva ai processi di trasformazione è rappresentato da “L’Aperitivo” tratta dall’album d’esordio “I Mediocri” – pubblicato a settembre 2012 per LaFameDischi – del cantautore tarantino Michele Maraglino (Premio Speciale “I postumi di Fred”- Premio Buscaglione 2013).
Una conquista che non garantisce niente se non il vuoto e l’assenza di modelli e di riferimenti: nella praticità non fornisce un mestiere, eticamente non comporta la formazione di un pensiero libero da stereotipi, illuminato.
Uno stile, quello di Maraglino, che nella sua essenzialità indignata costruisce un ritratto graffiante di una società che spaventa per la sua propensione all’autodistruzione.
Non pietà, né perbenismo di credere che qualcosa cambierà se prima di tracannare l’aperitivo a base di alcol e incoscienza non rifletteremo: la melodia sottolinea con insistenza la rabbia e la consapevolezza della miseria di chi pensa solo a come smettere di far pensare e di chi si piega, dimenticandosi di sé.
Perciò prepariamo le nostre coscienze alla comprensione, la nostra ragione alla scelta ponderata: per farlo dobbiamo conoscere la realtà che ci circonda penetrando la sua problematicità, senza cercare un alibi nell’evidenza della sua assurdità e ingiustizia, senza dimenticare la nostra cultura, la storia della nostra terra, la nostra storia.
Written by Irene Gianeselli
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