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Sfida al canyon infernale di Robert E. Howard

Creato il 23 giugno 2015 da Nasreen @SognandoLeggend

Sfida al canyon infernale

di Robert E. Howard

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Titolo: Sfida al canyon infernale
Autore: Robert E. Howard
Traduttore: Roberto Chiavini
Titolo originale: Collected Westerns
Edito da: Fratini Editore
Prezzo: cartaceo 20.00 € // ebook 10.00 €
Genere: Western
Pagine: 384 pag.

 

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Trama: Antologia di racconti inediti che attraversa l’intera carriera dell’autore dagli esordi letterari sul quotidiano del paese natale a recuperi postumi, con pistoleri, bari, pellerossa, damigelle in pericolo, cercatori d’oro, precipizi, deserti, l’intero campionario dell’immaginario del Far West. Universalmente noto come creatore del personaggio di Conan il barbaro, il texano Robert Erwin Howard (1906-1936) è stato uno scrittore estremamente prolifico nella sua pur breve vita tragicamente conclusasi e ha toccato quasi ogni genere di narrativa popolare, dall’avventura esotica all’horror, dal racconto storico al fantasy, al cappa e spada, ma più di ogni altra cosa ha amato la narrativa principe del suo territorio d’origine: il western.

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di Danylù

Questa volta non si tratta di recensire un libro, bensì un insieme di racconti, alcuni validi altri un po’ meno, ma non farò la singola recensione di ognuno. Ciò di cui mi occuperò in questo breve articolo, sarà il genere letterario e tutto ciò che ruota intorno a esso. Ma specifichiamo di che genere si tratta: IL WESTERN.

Il solo leggere questa parola fa venire in mente pistoleri, indiani, canyon, miniere d’oro, polvere sollevata da zoccoli di cavalli al galoppo, e poi appaloosa liberi e selvaggi che corrono nel vento, creando con le macchie dei loro manti geometrie impossibili da cogliere, e cespugli secchi che rotolano nel deserto, porte di saloon che si aprono all’improvviso e stivali impolverati accompagnati da un sonoro suono di passi su legno marcio.

E se non avete visualizzato tutto, almeno una parte di queste immagini e magari tante altre che non ho descritto, hanno affollato la vostra mente al suono della parola WESTERN.

E sapete tutto ciò da cosa è scaturito? Cosa ha fatto sì che tutto questo potesse avvenire?

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Il cinema.

Ebbene sì, il cinema più ancora della letteratura e dei fumetti, ha creato il mito del far west. Ci tengo a far presente che stiamo parlando di un genere abbastanza datato, che abbraccia la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento, dunque di letture che talvolta risultano semplicistiche o forse più che per gli anni in cui questa produzione letteraria è nata, dobbiamo parlare del pubblico a cui era rivolta.

Ebbene, se c’è una cosa che si nota sono dei cliché, degli schemi che si ripetono in ogni racconto. C’è sempre un buono tra i cattivi, una damigella da salvare, dell’oro o un bottino da riscattare, sparatorie, cavalli e indiani che il più delle volte sono sempre “cattivi”.

La figura femminile quasi sempre è puramente inutile, o meglio, utile alla storia ma priva di funzione o potere decisionale: lei o una bambola sarebbero la stessa cosa. Diciamo che l’uomo virile aveva bisogno di immedesimarsi nell’eroe che salva la donnina indifesa, e aveva bisogno di una donna ameba per sentirsi ancora più virile e figo.

Ma andiamo avanti. Come accennavo prima, parliamo degli indiani.

I cattivi. I carnefici.

Oh, ma siamo sicuri?

Sta gente viveva spensierata, in simbiosi con la natura, poi arrivano i bianchi, gli tolgono le terre, li confinano nelle riserve, come si fa con gli animali per intenderci, e poi sono loro i cattivi? Gli “estranei”, i diversi. Pensiero così maledettamente occidentale. Certo santi non erano. Lo scalpo te lo prendevano se per tua sfortuna non riuscivi a farli fuori prima tu, ma per la miseria! Cosa ci si aspettava? Che si facessero massacrare senza reagire?

E vogliamo parlare del Whiskey? Per i non intenditori, non ho sbagliato a scrivere. Tutto ciò che non è Scotch Whisky si chiama Whiskey, trovandoci in America e non in Scozia.

Gli indiani non erano abituati all’alcool, di conseguenza il loro fisico non possedeva e forse non li possiede tutt’ora, gli enzimi per sintetizzare e digerire l’alcool, per cui diciamo che con una bottiglia potevi ubriacarci una tribù.

L’alcool è risaputo che fa emergere gli istinti primordiali e amplifica determinati stati d’animo, alterando il carattere. Insomma, sta gente era incazzata nera, poi beveva e la frustrazione diventava violenza, e se per sbaglio li incrociavi ‘mbriachi, erano affari tuoi.

E ironia a parte, sul serio, la conquista dei territori indiani, non fu una bella faccenda, e ancora oggi se ne pagano le conseguenze.

Però erano loro i cattivi.

Fortuna che molti di questi autori western poi si sono spostati dall’avventura al fantastico sino alla fantascienza (l’indiano che diventa alieno). Nel caso di Howard va ricordato che è l’autore di Conan, di Solomon Kane e di altri cicli di genere fantastico e horror che sono degni di nota. E diciamo pure che lo preferisco quando scrive altri generi letterari, per quanto io trovo la sua scrittura e il suo stile molto semplicistici.

In ogni caso, consigliato vivamente agli amatori, e perché no, anche a coloro che vogliono spaziare un po’ a livello culturale.

Voto

1Astelle

Sfida al canyon infernale di Robert E. Howard

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